di Viola Lencioni
Il 24%: questo è il dato che emerge da uno studio condotto dall’ISTAT nel 2019. Infatti circa un quarto della popolazione italiana ritiene che le donne provochino la violenza con il loro abbigliamento. Lo studio si è occupato degli stereotipi sui ruoli di genere e dell’immagine sociale della violenza.
Anche altri dati che emergono sono preoccupanti.
Il 39% pensa che una donna possa sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole.
Il 15% è dell’opinione che una donna sia in parte responsabile della violenza subita se ubriaca o sotto l’effetto di droghe.
Il 10% ritiene che molte delle accuse di stupro siano false.
Il 6% afferma che le “donne serie” non vengano violentate.
(Fonte: Gli stereotipi sui ruoli di genere e l’immagine sociale della violenza sessuale (istat.it))
Questi dati sono spaventosi, ma il campanello d’allarme doveva essere il numero di femminicidi (69 nel 2019), rimasto costante anche nel 2020. (fonte: FemminicidioItalia.info – Notizie di violenza sulle donne, maltrattamenti in famiglia, stalking e lista dei femminicidi in Italia).
Secondo un’indagine più recente, condotta da AstraRicerche, ad oggi la mentalità non sarebbe cambiata. Sempre un quarto degli italiani ritiene che le donne provochino la violenza con il loro abbigliamento, un italiano su tre non considera forzare la propria partner ad avere un rapporto un comportamento violento. Allo stesso modo, tre italiani su dieci non giudicano violenza tirare uno schiaffo alla compagna se questa ha flirtato con un altro. (Fonte: “Schiaffeggiare la moglie non è violenza”: il 40% degli italiani giustifica botte e abusi sessuali (mediaset.it))
Diana de Marchi, presidente della commissione alle pari opportunità del consiglio comunale di Milano, afferma che sia necessario un cambiamento culturaleculturale. Infatti come gesto simbolico il comune di Milano ha tenuto la bandiera a mezz’asta durante la giornata del 25 novembre.
Ciò che emerge dai dati è chiaro: la mentalità della popolazione deve cambiare. Bisogna imparare a essere sensibili alla violenza, a riconoscerla in quanto tale per poterla combattere nel modo giusto. Per farlo però è importante partire dal basso, dalle piccole cose della vita di tutti giorni, e soprattutto daa sempre troppo trascurata educazione.