di Silvia Barsotti
Cosa è per me la musica? Beh, rispondo a questa domanda raccontandovi una storia molto semplice.
Un giorno, una bambina di sei anni andò con la madre a fare la spesa; era un giorno qualunque, al supermercato le due incontrarono un amico della mamma, la bambina lo aveva già visto qualche volta, ma non si ricordava minimamente di chi fosse, ormai era abituata, quando uscivano era sempre la stessa storia: ogni due passi che facevano, la madre si fermava a parlare con qualcuno e lei doveva soltanto stare lì ad aspettare, non capendo niente di cosa stessero parlando dato che nella maggior parte dei casi l’argomento principale riguardava il lavoro. E quindi la ragazzina si limitava ad attendere, sperando che la conversazione finisse al più presto, e se questa non finiva, ella iniziava a tirare la borsa della mamma o a stringerle più forte la mano se lei gliela stava ancora tenendo. Di solito quando lo faceva, inevitabilmente dopo un’occhiataccia, la chiacchierata finiva in fretta, ma questa volta, la madre, invece di tagliare corto e concludere il discorso, si voltò facendo finire il suo sguardo in basso, in modo da guardare la figlia, e prima che dalla bocca di quest’ultima potessero uscire le parole “mamma andiamo” lei le disse: “Lo sai che questo signore insegna a suonare la chitarra in una scuola di musica?” Alla bambina sinceramente non importava molto di ciò che aveva appena sentito, aveva fame e l’unica cosa a cui pensava era che voleva andare a casa. Si finse quindi sorpresa e poi guardò l’uomo che a sua volta le disse: “Scommetto che ti piacerebbe iniziare a suonarla, se vuoi venire ti aspetto, sai, ho molte ragazze come te.” La bambina accennò un sorriso, probabilmente per cortesia, e dopo aver risposto che ci avrebbe pensato, salutò e se ne andò con la madre. Mentre aiutava la mamma a mettere i sacchetti nel carrello ripensò a quella proposta e in men che non si dica la sua mente la portò su un palco, con una chitarra in mano, a suonare in mezzo a tantissime persone che davanti a lei applaudivano e urlavano a squarciagola il suo nome; forse quell’idea non era così male, anzi doveva essere proprio bello fare musica. La bambina si voltò verso la madre e le disse: “Mamma posso andarci davvero?” Sua madre, a quelle parole la guardò, sfoderando un bellissimo sorriso e dicendole che l’indomani avrebbe chiamato immediatamente per prenotare una lezione.
Iniziò così un bellissimo percorso per la bambina, amava suonare quello strumento. Le regalava felicità, così insegnò come farlo anche a tutte le sue amiche, ma non riuscendoci si limitò a far ascoltare loro canzoni, canzoni che non assomigliavano neanche lontanamente a quelle originali, ma che la facevano sentire una rockstar, anche se si trattava della “Canzone del sole”. Genitori e nonni erano molto fieri di lei, andavano a sentirla ai concerti di fine anno, rendendola nervosissima, anche se l’ansia, nel momento in cui partiva l’un, due tre del maestro per l’inizio della canzone, svaniva in un secondo. Quando lei era sul palco, nonostante davanti fosse tutto buio, cercava i suoi genitori, per far capire loro quanto gioia stesse provando in quell’istante, ed essi, infinitamente fieri di lei, sorridevano e la guardavano suonare quella chitarra, che nonostante fosse grande quanto il suo corpo, sembrava le fosse stata fatta su misura. A quella bambina con il tempo non bastò più una sola chitarra, ne comprò una blu, una viola elettrica, una marrone chiaro e infine un ukulele azzurro con delle palme disegnate, che l’aveva incuriosita dopo averlo visto suonare sulla spiaggia. Pensate addirittura, che quella viola se la fece regalare per la comunione. A lei non servivano orecchini, né tantomeno collane o braccialetti, ciò che desiderava più di tutti era una chitarra elettrica ed un amplificatore, che sicuramente avrebbe fatto dannare i genitori, anche se inizialmente sorridevano ingenui, contentissimi per lei.
Dopo 10 anni quella bambina smise di suonare lo strumento che tanto amava, ma la musica rimase comunque per lei qualcosa di fondamentale, qualcosa che la aiutava in ogni occasione e la accompagnava in ogni momento: nella felicità e nella tristezza, nella stanchezza e nei momenti di energia, quando stava affrontando un viaggio e quando era sotto la doccia, per farsi calmare nei momenti di ansia, e per farsi caricare nei momenti in cui doveva dare il meglio di sé. Senza la musica quella bambina, ormai cresciuta, non sarebbe stata la stessa: è come se essa avesse dato un colore alla sua vita, e senza sarebbe stato come vivere in un mondo in bianco e nero, privo di emozioni e di stati d’animo. Sto parlando di lei, ma non vuol dire che non sia così per ogni persona, la musica aiuta ad andare avanti, aiuta a prendere decisioni e aiuta a tirare fuori il meglio di sé, tutto senza chiedere nulla in cambio.
Adesso che vi ho spiegato che cosa è davvero per me la musica, vi svelo un segreto: quella bambina che sognava tanto di diventare una rockstar e si sentiva così viva quando suonava la sua chitarra ero io e ripensandoci mi sento ancora così.