di Irene Stefanini
Tra marzo e aprile nel mondo occidentale si festeggia la Pasqua, ma nello stesso periodo dall’altra parte del mondo questa festività è decisamente secondaria in confronto all’Hanami. In Giappone, culturalmente molto legato alle stagioni, il periodo più importante dell’anno è sicuramente la primavera, soprattutto ad Aprile, mese in cui in questo paese avviene la fioritura dei ciliegi, chiamata Hanami 花見. Questa parola è composta da due Kanji (caratteri cinesi) che significano rispettivamente “fiori”(花 hana) e “guardare” (見 mi), e perciò viene tradotta con “osservare i fiori”. Infatti, l’evento tradizionale consiste nell’osservazione e ammirazione della fioritura dei ciliegi, per celebrare e godere della loro bellezza, anche se in realtà spesso è solo una scusa per fare picnic, ritrovarsi e festeggiare insieme.
L’Hanami è una tradizione con origini molto antiche ma cominciò ad assumere le sembianze a noi conosciute durante il periodo Edo, quando gli abitanti delle città costituivano la forza culturale principale.
La piena fioritura dei ciliegi dura circa due settimane e tutte le agenzie meteorologiche studiano attentamente questo periodo in modo tale da dare informazioni precise alle persone che così possono organizzarsi per uscite e picnic in mezzo ai Sakura in fiore, e perciò durante questa specie di festività è molto difficile ritrovare un posto tranquillo, poco affollato come tradizione vorrebbe. Questo mese coincide anche con la fine e l’inizio dell’anno scolastico, in linea con l’anno governativo, e quindi fin da piccoli è tradizione festeggiare liberi da compiti e impegni.
L’Hanami in realtà ha un significato più profondo della semplice contemplazione della bellezza della natura: riprendendo la cultura shintoista giapponese che venera la natura e gli dei al lei collegata, i ciliegi che in relativamente poco tempo sbocciano e sfioriscono rappresentano la caducità e frugalità della vita, il suo rinnovarsi ciclicamente; di conseguenza l’Hanami esprime la volontà di volersi godere la bellezza finché se ne ha la possibilità senza rimpianti.
Ogni giapponese sfrutta questo periodo per tornare a casa e passare un po’ di tempo in famiglia o con gli amici, godersi la bellezza del proprio paese e riscoprire un po’ quelle sensazioni che solo una passeggiata tra i petali può dare.