Richiamare per strada l’attenzione su un paio di gambe come ce le hai tu

di Rebecca Giusti

 Mi chiedo come mai le persone urlano cose assurde (che per la maggior parte la persona a cui sono rivolte neanche sente per intero o capisce in minima parte) per la via, sorridendo beffardi di un atto inutile per tutti che non porterà niente a loro (perché non ho mai conosciuto una ragazza che appena ha sentito un “bella gnocca dove corrii??” si è gettata sul cruscotto della macchina da cui proveniva la voce chiedendo con voce sognante se quel meraviglioso cavaliere urlante avesse già una fidanzata o si potesse offrire lei per quel ruolo) né tantomeno a tutti quelli in quel preciso istante nello stesso posto, che, il più delle volte, si guardano intorno un po’ infastiditi e con una leggera punta d’imbarazzo.

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Lady Gaga, la ex first lady americana e Alessandro Gassman hanno qualcosa in comune

di Rebecca Giusti

   Alcuni luoghi nella nostra società sono sempre stati guardati con occhio critico ed espressione rassegnata, perché tutti sappiamo cosa sono ma in realtà è meglio non parlarne. Tutti abbiamo un qualcuno di conosciuto o di sentito dire da varie chiacchiere che è stato in comunità, ma quando le persone tornano sull’argomento è più facile fare spallucce con fare contrito e sussurrare: ‘Oddio, povero Giacomo/Luca/chi volete voi, sembrava tanto un bravo e bel ragazzo’ , girando lo sguardo e mantenendo quei trenta secondi di silenzio che ci permettono di cambiare argomento e tornare a parlare della discussione interrotta. Perché in realtà è molto più comune non nominare neanche quelle brutte e cattive malattie di cui la gente soffre così tanto, ma, secondo l’opinione pubblica, è decisamente più adeguato guardarle con rammarico e sospetto in modo tale che alla fine nessuno creda fino in fondo che esistano davvero o la gente possa guarire da quei terribili mali che vengono dipinti come ciò che di più terribile esiste sul globo terracqueo. Le cliniche, i Rehab, i centri di ricovero sono posti che esistono davvero dove le persone stanno sul serio, e quel Giacomo o Luca che nominate non è solo un’entità passeggera in discorsi di ben altro calibro, ma in quel momento si trova, molto probabilmente, a soffrire da solo.

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Natale in Spagna

di Slivia Picchi e David Michelini

   Il 2020 è stato un anno un po’ particolare, che ci ha fatto riflettere sull’importanza di molti valori. Soprattutto in questi giorni di festività, ci manca la “normalità”, la gioia di un Natale tradizionale… Non abbiamo la possibilità di viaggiare, di seguire le nostre tradizioni, di passare questi momenti tra l’affetto e la gioia delle nostre numerose famiglie. Proprio per questo, è importante non lasciare che il Natale perda la sua magia, aprendo gli occhi a nuovi orizzonti e a nuove culture, attraverso i ricordi o i racconti degli amici.

   Ad esempio, usiamo la magia del Natale, o la fantasia se preferite, per teletrasportarci in Spagna in un anno diverso da questo… come potremmo festeggiare là il Natale?

   È il 24 dicembre: partono i festeggiamenti e si celebra la Vigilia di Natale o meglio la Nochebuena (“notte buona”). In questa serata, ci riuniremmo con tutta la nostra famiglia spagnola per celebrare la cena più importante dell’anno. I prodotti tipici locali e le specialità spagnole riempirebbero abbondantemente la tavola e la serata sarebbe animata dai villancicos, canti relativi a Betlemme, alla vita di Gesù o a fatti quotidiani. Dopo la cena, Papá Noel (“Babbo Natale”) distribuirebbe i regali a tutti i bambini presenti e potremmo vedere i loro sguardi felici illuminarsi alla vista di questa figura rossa. Andremmo a dormire contenti e ben sazi e ci sveglieremmo il 25 mattina o meglio Navidad (“Natale”), pronti per festeggiare a pranzo con un banchetto simile a quello della sera prima. In questo giorno, ci riuniremmo tutti davanti alla televisione per ascoltare il re di Spagna che legge il suo messaggio di auguri.

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Revenge porn, slut-shaming and victim blaming

di Martina Pasquinelli

   In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25/11 è appropriato approfondire un argomento molto discusso sul web negli ultimi giorni, ma generalmente poco considerato, o considerato sotto solo alcuni punti di vista.

   Revenge porn è un’espressione che indica la condivisione non consensuale di materiale intimo, come si percepisce dal suo nome, “vendetta porno”, questo gesto si basa su vendetta e possesso.

   Solitamente quando viene resa pubblica una foto di qualche ragazzina il primo pensiero di chi la riceve è in riferimento alla sua mancanza d’etica, alla bassa supervisione da parte dei genitori o anche più frequentemente si limita a termini offensivi ed affermazioni superficiali.

   Questo perché è abitudine della società moderna criticare senza conoscere il soggetto di cui si parla, oppure affermare sentenze valutando solo una parte del fatto.

   Purtroppo occorre ammettere che è davvero minima la percentuale di persone che riconoscono l’errore nel gesto del ragazzo, il quale può aver causato enormi danni psicologici e sociali alla ragazza in questione, compromettendole il futuro e mettendo a dura prova il suo carattere.

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