Che cosa strana il tempo

di Alessandro Rosati

Pioggia. Non una pioggia forte, ma una di quelle abbastanza intense da bagnare completamente il primo malcapitato senza ombrello. Per strada, poca gente. Quasi nessuno. Qualche macchina passa sfrecciando sull’asfalto bagnato, lasciando impresso per un attimo il movimento delle ruote nelle pozzanghere. Come quando si getta un sasso in acqua e decine di piccoli cerchi concentrici si formano sulla superficie. Poi il sasso sprofonda, l’acqua si calma e solo noi sapremo che quel sasso (proprio quello, e non un altro) si trova proprio in quel punto. È un attimo solo nostro, che nessun altro vivrà alla stessa identica maniera. Siamo solo noi e il mondo nel più privato dei colloqui. Così la pozzanghera si richiude su sé stessa e torna ad essere perforata dallo stillicidio del cielo.

È quasi Giugno, eppure sembra Novembre. Che strana cosa il tempo. Proprio quando ti aspetti il sole, i tramonti sanguinanti all’orizzonte, le zanzare e il caldo estivo, l’Inverno torna prepotentemente alla riscossa. Quasi non volesse morire, senza rassegnarsi all’idea di doversi fare da parte. Si vede che anche le stagioni hanno ereditato un po’ dell’uomo, oltre che viceversa. Leggi tutto “Che cosa strana il tempo”

Non si può più dire niente

di Nello Benassi

“Non si più più dire niente”: ecco il mantra che risuona come un eco vuoto nella bocca di quelli che sono convinti che ci sarebbe stata tolta la libertà e il diritto di scherzare su questioni che sono ormai considerate dei tabù.

Parole come “froc*o”, “neg*o”, “tro*a” non si possono più dire.

Sapete di chi è la colpa? Chi attenta in maniera così criminosa alla lingua italiana e al diritto di espressione dei poveri maschi bianchi etero?  Sono quelle minoranze, proprio quei “neg*i”, quei “fro*i” e quelle “tro*e” che chiedono solo rispetto. Scandaloso non trovate? Leggi tutto “Non si può più dire niente”

Smarrimento e libertà

di Martina Pasquinelli

 

“Che sarà, che sarà, che sarà

Che sarà della mia vita chi lo sa?

So far tutto o forse niente

Da domani si vedrà

E sarà, sarà quel che sarà!”

 

È il ritornello di una canzone di José Feliciano, cantata anche dai “Ricchi e poveri”. Mi è capitato di ascoltarlo in serata ed a distanza di ore sto ancora pensando a quel “so far tutto o forse niente” preceduto da una domanda esistenziale.

In questo ritornello ci ho letto i 18 anni, l’adolescenza, la classica “allora hai deciso l’università?”, che puntualmente capita in ogni conversazione; c’ho visto la spavalderia di un giovane ragazzo cresciuto sentendosi dire che se si applica è in grado di fare qualsiasi cosa. Tuttavia, so di poterci ritrovare anche la messa in discussione di quelle affermazioni, che inevitabilmente arriva…che sia per un brutto voto preso a scuola, per un obiettivo che risulta più faticoso raggiungere, oppure per una relazione o un’amicizia finite dopo tanti sacrifici. Il tempo passa e ognuno si accorge dei propri limiti. L’adolescenza è una corsa. L’età in cui il tempo sembra accelerare. Si fanno più gioiosi i sorrisi e più pesanti i pianti. Tutto viene colto al massimo del suo stato. L’umore alterna continuamente. Ci si sente ancora i piccoli della società, “quelli che hanno tutta una vita davanti” e un attimo dopo sentiamo la pressione di un capofamiglia, siamo nel momento in cui dobbiamo diventare maturi, dobbiamo scegliere la strada che vorremo per la vita.

Cosa vuole la società? Cosa vuole l’individuo? Leggi tutto “Smarrimento e libertà”

Referendum svizzero vieta la copertura totale del viso in pubblico

Dato l’esito dei voti, la legge è stata approvata ma giudicata razzista e islamofobica

di Giulia Cianchi

 

Nell’Islam il burqa è il velo che copre completamente il volto delle donne, con solo una rete all’altezza degli occhi per vedere, mentre il niqāb copre il volto femminile lasciando solo gli occhi scoperti, e una nuova legge in Svizzera parla proprio di questo: nel recente referendum, proposto dalla destra conservatrice, è stato chiesto se proibire o no questi capi nei luoghi pubblici e la maggioranza, con il 51,2% degli elettori e l’adesione di 20 su 26 Cantoni, entità statali indipendenti e sovrane in cui è suddiviso il territorio svizzero, ha vinto. Il decreto non si riferisce direttamente alle donne musulmane anche se il partito che lo ha promosso non ha nascosto che fosse comunque diretto nei loro confronti e che fosse uno dei suoi principali obiettivi.

In Svizzera solo il 5% della popolazione su un totale di 8 milioni e mezzo di abitanti totali è musulmana, della quale le donne che indossano veli integrali sono circa 130. Leggi tutto “Referendum svizzero vieta la copertura totale del viso in pubblico”