di Michele Puccini
“Plotino o la semplicità dello sguardo”, di Pierre Hadot, (direttore della École pratique des hautes études dal 1964 al 1986 e poi nominato professore al Collège de France), è un titolo tanto efficace quanto enigmatico. Per chi è digiuno di filosofia, anche il nome “Plotino” può lasciare abbastanza indifferenti, ma allo stesso modo la seconda parte del titolo lascia intuire che vi è qualcosa di estremamente semplice nel libro, ma capace di toccare la dimensione umana, proprio come lo sguardo di un attento osservatore, che notando diverse situazioni riesce a mettere insieme i tanti piccoli dettagli che le compongono e magari ad entrare in empatia con l’evento o chi vi è coinvolto.
È proprio con questa tecnica che Pierre Hadot cerca di comunicare con il lettore, trasmettendogli un qualcosa di suo e dandogli un qualcosa che resti e che si riveli un vero insegnamento spirituale per la propria coscienza attraverso il pensiero del filosofo greco. È interessante cercare di capire proprio perché Hadot abbia scelto Plotino piuttosto che Socrate, Aristotele o Platone, nomi sicuramente più d’impatto e di cui conosciamo molto di più. Leggi tutto “Lo sguardo dolce e solitario del saggio”