di Rebecca Giusti
L’articolo due e tre della Costituzione sono legati da un rapporto molto stretto, che, a mio parere, li rende come facce della stessa medaglia. Nel primo menzionato si riconoscono i diritti invalicabili umani, impossibili da trascurare da parte di enti statali o terzi, perché facenti parte dell’individuo stesso e della sua dignità inviolabile (considerato in sé stesso o anche all’interno di formazioni sociali). L’obbiettivo del secondo è individuare e delineare la presenza opprimente, da un certo punto di vista erroneo (per esempio quello di possibili dittatori o uomini che vorrebbero abusare del loro potere a danno della comunità, scavalcando senza rimorsi i diritti fondamentali di ognuno di noi), necessaria e fondamentale dell’uguaglianza giuridica, sociale, economica, etnica del popolo. In un certo senso l’articolo due tutela anche il diritto che ognuno di noi ha di essere diverso dalla persona che gli sta vicino e da tutti coloro che gli stanno intorno, ci rende possibile l’essere chi siamo. Allo stesso tempo il tre esplicita il concetto che lo stato ha il dovere di considerare completamente uguale chi invece è differente (ed ha il diritto di esserlo). Leggi tutto “La Costituzione non va in panchina”