Dato l’esito dei voti, la legge è stata approvata ma giudicata razzista e islamofobica
di Giulia Cianchi
Nell’Islam il burqa è il velo che copre completamente il volto delle donne, con solo una rete all’altezza degli occhi per vedere, mentre il niqāb copre il volto femminile lasciando solo gli occhi scoperti, e una nuova legge in Svizzera parla proprio di questo: nel recente referendum, proposto dalla destra conservatrice, è stato chiesto se proibire o no questi capi nei luoghi pubblici e la maggioranza, con il 51,2% degli elettori e l’adesione di 20 su 26 Cantoni, entità statali indipendenti e sovrane in cui è suddiviso il territorio svizzero, ha vinto. Il decreto non si riferisce direttamente alle donne musulmane anche se il partito che lo ha promosso non ha nascosto che fosse comunque diretto nei loro confronti e che fosse uno dei suoi principali obiettivi.
In Svizzera solo il 5% della popolazione su un totale di 8 milioni e mezzo di abitanti totali è musulmana, della quale le donne che indossano veli integrali sono circa 130.
Nonostante la prevalenza degli elettori sia favorevole, per il Governo ed il Parlamento si sono opposti dichiarandola una misura eccesiva, proponendo invece che debbano mostrare il volto alle autorità solo in caso in cui ci debbano essere accertamenti sull’identità, controproposta che ormai non è più discutibile. Insieme a loro si uniscono le proteste dei Giovani Verdi i quali vogliono aiutare le donne toccate da questo divieto, condannando l’esito del voto e portandolo fino alla Corte di Strasburgo.
Questa legge, oltre ad intaccare la Costituzione federale, colpisce anche la singola libertà delle donne nel controllare il loro corpo e limitare la loro autodeterminazione, divenendo anche sessista; ma l’aspetto più importante, che ha fatto molto scalpore sui social, è quello razzista e islamofobico dato che discrimina ed impedisce alle donne di professare liberamente la propria religione.
Bisogna anche aggiungere che questa non è stata la prima disposizione discriminatoria sia in Svizzera che in Europa: nel 2009 infatti è stata approvata un’iniziativa contro la costruzione di ulteriori minareti con una maggioranza del 57,5% dei voti e già dal 2016 nei Cantoni svizzeri del Ticino e del San Gallo, vi era il divieto di coprire il viso in pubblico che poi è stato approvato nazionalmente dal recente referendum. In Europa, in particolare in Francia. Danimarca e Paesi Bassi, ci sono invece in vigore proibizioni simili rivolti più o meno dichiaratamente ai veli integrali.