di Alessandro Rosati
12 Dicembre, per molti una data priva di un significato particolare o degna di attenzione: un giorno come un altro capace solo di precedere la giornata di Santa Lucia, tradizionalmente (ed erroneamente) nota come “la più corta dell’anno”.
Eppure “il 12 Dicembre” è una di quelle ricorrenze epocali, ricordate perché sono state in grado di segnare la storia d’Italia. Non a caso quest’anno si ricorderanno i 50 anni trascorsi da allora: era il 12 Dicembre 1969.
Il mondo intero aveva appena vissuto gli sconvolgimenti politici e sociali dovuti ai moti del ’68, per quanto la rivoluzione fosse soltanto all’inizio. Sulle note di “Acqua azzurra, acqua chiara” di Lucio Battisti, l’Italia andava in contro senza saperlo a un ventennio macchiato di scontri e sangue.
A Piazza Fontana, sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, sono le 16:37 quando scoppia una bomba: la prima di una lunga serie. Le vittime saranno 17, con circa 90 feriti. Quasi contemporaneamente a Roma esplodono tre ordigni, che fortunatamente non causano vittime. Questo evento segna l’inizio dei cosiddetti “Anni di piombo”, espressione che indica il periodo segnato da numerose stragi e scontri, e ricordato nella storia d’Italia come uno dei più sanguinosi di sempre. Le indagini condotte dureranno anni senza portare a particolari risultati, se non appurare, nel nuovo millennio, la matrice neo-fascista dell’attentato.
“La strage di Piazza Fontana” sarà soltanto la prima di una lunga serie di tragici eventi che culmineranno nel 1981 con la Strage di Bologna. Eppure la tragedia che scosse Milano quel 12 Dicembre è poco conosciuta e ricordata al giorno d’oggi, per quanto il numero di vittime sia inferiore solo alle 85 dell’attentato bolognese di undici anni più tardi.
Gli italiani sembrano aver rimosso dalla loro memoria un episodio così importante, e i giovani, in molti casi, ne ignorano addirittura l’esistenza.
Tuttavia è fondamentale tenerne vivo il ricordo: gli anni di piombo furono caratterizzati da una marcata strategia del terrore, e non devono ritornare. A questo proposito Milano è memoria, associazione che si propone di mantenere vivo il ricordo di tragici eventi, ha organizzato una serie di attività in occasione del cinquantenario della strage.
Tra le altre, in piazza Fontana verranno inaugurate le formelle in onore e in ricordo delle 17 vittime, e successivamente in presenza del Presidente della Repubblica Mattarella si terrà un corteo che terminerà proprio nel luogo dell’attentato.
“Conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare” direbbe Primo Levi, e la Strage di Piazza Fontana merita di essere conosciuta.