di Alessandro Rosati
Forse le abbiamo viste così, in una notte quasi d’estate, una di quelle in cui si percepiscono la bella stagione in arrivo e le giornate sempre più lunghe, con le pupille fisse nello schermo della televisione, seduti su un divano che quasi completamente avvolgeva i nostri corpi bambini o su un seggiolone che ci portava a malapena all’altezza del tavolo. Anzi, probabilmente le abbiamo viste proprio così la prima volta, con gli occhi di chi ancora del mondo giustamente comprende poco, con il viso illuminato da quella magia di colori inconfondibile.
“Papà e quelle cosa sono?” “Le Frecce tricolori”. Magari la domanda è stata questa, e la risposta tanto secca quanto esaustiva: tra le tante parole vuote della televisione, quelle due suonavano in maniera particolare. Un accostamento felice, sarà per quella bandiera disegnata nel cielo che corre proprio come una freccia, o forse per quel blu sgargiante degli MB339, gli aerei in dotazione alla Pattuglia Acrobatica Nazionale, o forse ancora per il senso di leggerezza che da decenni trasmettono a chi sta a terra, con gli occhi fissi nel blu.
Nel frattempo siamo cresciuti, alcuni sono diventati ragazzi, altri uomini, eppure loro sono sempre lì a colorare i cieli Italiani e non solo.
Le Frecce Tricolori sono e saranno sempre un’eccellenza del Nostro Paese, l’incarnazione dell’Italia “che lavora”, come cantava De Gregori, e dei valori professionali dell’Aeronautica Militare.
Unione, spirito di squadra, impegno, professionalità, sacrificio, responsabilità, sogni: sette parole che riescono soltanto in minima parte a descrivere l’immenso lavoro del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico.
Quando il rombo dei motori degli aerei è ormai lontano, la magia dell’intangibile fumo verde, bianco e rosso si è dissolta e gli occhi della gente tornano a terra, la PAN (Pattuglia Acrobatica Nazionale) ha mosso soltanto l’ennesimo ingranaggio di un meccanismo che lavora senza sosta tutti i giorni, tutto l’anno.
“Le manifestazioni” dice il Comandante Gaetano Farina “sono solo la punta dell’iceberg delle tantissime attività delle Frecce Tricolori”. Dietro le quinte infatti, più di 100 persone del 313° Gruppo, di cui i piloti rappresentano solo la facciata, lavorano con zelo e dedizione, perché niente vada storto.
Molti le avranno notate in questi giorni mentre sorvolavano i cieli Italiani. Da Milano a Palermo, passando per Firenze, Cagliari, Venezia, Perugia e tante altre ancora, fino a giungere a Roma il 2 Giugno per il consueto volo sopra l’Altare della Patria.
Un’iniziativa nuova, che ha visto la PAN impegnata per una settimana a portare “l’abbraccio tricolore” (così si chiama l’iniziativa promossa dall’Aeronautica Militare) lungo tutta la Penisola, per restituire un po’ di calore ad un Paese sofferente come l’Italia.
Perché in fondo le Frecce Tricolori, prima di essere una Pattuglia di volo e un corpo dell’Arma, sono una grande famiglia proprio come dev’essere lo Stivale in questo momento storico.
E sicuramente, da Nord a Sud, da Gela ad Aosta, centinaia di bambini avranno alzato gli occhi al cielo stupiti esclamando “Papà, eccole!”.