Bomber: generazioni a confronto

Erling Haaland, gioiello del BVB

Di Alessandro Rosati

Nel mondo del calcio i club si trovano spesso a dover far fronte al problema del ricambio generazionale. Le prestazioni dei giocatori titolari vanno inevitabilmente calando con il passare degli anni e le società si mobilitano per trovare un giovane sostituto che sia pronto nel momento in cui il collega più “vecchio” non sia più utile alla causa, o comunque decida di appendere gli scarpini al chiodo. In Italia la questione ha preso banco soprattutto dopo l’esclusione della Nazionale dal Mondiale 2018, quando gli Azzurri (età media dei titolari 29,8 anni) furono sconfitti nel doppio confronto con la Svezia. Con l’arrivo del CT Roberto Mancini sono arrivati un vento di novità e, soprattutto, un cambio di mentalità. Lo dimostra il caso di Zaniolo, arrivato alla Roma come contropartita nell’affare Nainngolan, fatto esordire con il Real Madrid al Bernabeu (all’età di 19 anni) e che adesso è un caposaldo della compagine giallorossa, infortunio a parte. Lo dimostra l’Inter, che in totale ha speso quasi 80 mln per l’acquisto di Sensi e Barella, rispettivamente di 24 e 22 anni. E ancora Tonali, classe 2000 e titolare al Brescia da due stagioni. E poi Esposito, Kean e chi più ne ha più ne metta.

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Morte chiama, chi più ama

Immagine di George du Maurier su Wikimedia Commons. Dominio Pubblico

Storia di un amore impossibile

di Isotta Iorio

“Perché a qualsiasi altro racconto preferiamo quello d’un amore impossibile? proprio perché ci piace bruciare ed essere coscienti di ciò che brucia in noi”. Questa citazione riassume il contenuto del mito di Tristano e Isotta, basato su una passione ardente e incessante, che lega i due amanti anche dopo la morte.

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Non avere paura ed essere felici

Immagine di su Wikimedia Commons. CC BY 4.0

La ricetta epicurea per la felicità è ancora valida?

di Alice Mazzoncini

  “Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell’animo nostro”. Così comincia la Lettera sulla felicità, originariamente conservata da Diogene Laerzio con il titolo di Lettera a Meneceo, dove Epicuro invita il destinatario, ovvero il suo discepolo, a riflettere su alcuni temi filosofici e ad attuarli nella quotidianità: la propensione alla felicità, l’esistenza degli dèi, la ricerca del piacere e la sopportazione del dolore sono temi interconnessi e giungono tutti al concetto di morte, “il più atroce di tutti i mali”, poiché la sua presenza implica la nostra assenza.

  Lo scopo della felicità, dice Epicuro, è quello di liberare l’uomo da ciò che impedisce il raggiungimento di questa. Poi ci invita a conoscere le cose che fanno la felicità affinché si possa vivere una vita serena.

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E se l’inutile fosse più utile dell’utile?

Immagine da Wikimedia Commons. Dominio Pubblico

Come spezzare, in maniera un po’ generica, una lancia a favore dell’inutile

di Nello Benassi

La nostra è una società in cui l’utile ha la meglio sull’inutile. Questo è il problema che Nuccio Ordine, professore ordinario di letteratura italiana presso l’Università della Calabria e famoso studioso di Giordano Bruno e del Rinascimento, mette in luce fin dall’inizio del testo. L’autore, attraverso questo manifesto, sente l’esigenza di far emergere nel lettore la consapevolezza su una verità che sta scomparendo: a cosa serve l’inutile? Un inutile che va interpretato come tutte quelle attività che non possono recarci un profitto immediato quali la filosofia, la letteratura e in generale la cultura fine a se stessa, il semplice desiderio di sapere. Il testo si apre con una lunga introduzione con cui Ordine, partendo da un excursus sulla crisi economica del 2007, cerca di identificare le cause e gli esempi più lampanti dell’impronta sempre più utilitaristica che domina il XXI secolo.

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