Sul metterci una pietra sopra

 

 

https://www.publicdomainpictures.net/pictures/160000/velka/tomb-of-lazarus.jpg

di Abramo Matteoli*

Esplorando i vicoli del nostro linguaggio mi rallegro spesso della folta presenza di espedienti semantici perfetti. La loro preziosità è di facile riconoscimento, in quanto descrivere il vissuto è quanto di più complesso si possa fare: un’audace impresa globale ed erculea a cui tutti siamo sottoposti. In particolare, credo che l’universalità di questo compito non sia dovuta alla necessità di comunicare che il vivere in società ci impone, piuttosto, imputo questa caratteristica alla profonda esigenza di mentalizzare ciò che ci accade. Esattamente come abbiamo bisogno di una spiegazione verbale per comunicare ad un nostro amico ciò che ci succede e come ci sentiamo a riguardo, abbiamo bisogno di una formula linguistica per rappresentare mentalmente gli eventi e le sensazioni. Affermo questo in quanto credo che la riflessione sentimentale in termini semantici (la famosissima “voce interiore”) sia necessaria alla rielaborazione e alla manipolazione del pensiero di ciò che ci accade. Il dialogo introspettivo del rimuginare supera quindi le immagini sinestetiche. SI può mentalizzare la nostra rabbia visualizzando il colore rosso, ma non si può riflettere sul perché senza dialogare con noi stessi utilizzando il linguaggio.

Leggi tutto “Sul metterci una pietra sopra”

E se Imagine di Lennon fosse solo un’utopia?  

 

Immaginare, John Lennon, La Pace, Lennon

 

 

di Silvia Barsotti

Qualche giorno fa ero seduta in macchina mentre alla radio passava una delle più belle canzoni, a parer mio, mai scritte: Imagine di John Lennon. Proprio quando su quelle dolci note, il cantante mi invitava ad immaginare un Mondo perfetto, all the people Livin’ life in peace, sul telefono mi è apparsa una nuova notizia di cronaca, quella di due ragazze di soli 13 anni, cadute vittima di un episodio di stupro da parte di loro coetanei. Leggendo le parole di quell’articolo sul telefono, i versi di Lennon in sottofondo, scritti da sempre come inno alla speranza, mi hanno fatto, per la prima volta, rendere conto di quanto in realtà costituiscano solo un’utopia, un sogno destinato a rimanere tale, che non troverà mai spazio per realizzarsi. La violenza sulle donne esiste da sempre, ricordiamoci, ad esempio, di quando Alessandro Manzoni ne “I Promessi Sposi”, Leggi tutto “E se Imagine di Lennon fosse solo un’utopia?  “

A Longing for the Picturesque

di Zoe Patricelli Malizia

“The snow in the mountains was melting, and Bunny had been dead for several weeks before we came to understand the gravity of our situation.”
This is the first sentence of the captivating novel by Donna Tartt, The Secret History, which portrays the life of Richard Papen after he moves from the suffocating town of Plano, California, to study at an elite college in Hampden, Vermont. Immediately, his interest is piqued by a small, bizarre group of students studying Classics, formed by Charles and Camilla Macaulay, Francis Abernathy, Henry Winter, and Edmund “Bunny” Corcoran. Richard does everything in his power to join the seemingly isolated world they live in. Despite the reluctance to admit another student to the class, the professor, Julian Morrow, finally accepts Richard into the tightly-knit group. Leggi tutto “A Longing for the Picturesque”

The Good Doctor

Una serie televisiva divertente e in grado di portare a profonde riflessioni su tanti temi importanti

di Riccardo Orgolesu*

Creata da David Shore, The Good Doctor è una serie televisiva ancora in corso ispirata all’omonima serie sud-coreana, trasmessa in Italia dalla Rai e disponibile su diversi servizi di streaming, tra cui Netflix e Disney+.

Protagonista è il Dr. Shaun Murphy, un giovane e talentuoso specializzando in chirurgia autistico e con la sindrome del Savant che è stato appena assunto all’ospedale St. Bonaventure di San Josè, in California. Fin dal primo episodio, è chiaro che l’autismo di Shaun sarà un grande ostacolo per lui, a causa dei pregiudizi e delle perplessità sulla sua capacità non solo di prendere decisioni mediche corrette, ma soprattutto di riuscire a comunicare con compassione ed empatia ai pazienti e ai loro familiari. Leggi tutto “The Good Doctor”