Il bambino senza nome

di Margherita Azzi

   La sua colpa. Avere dei genitori che credevano in un futuro migliore. Com’è ingiusta la vita! Chi ha deciso che lui dovesse nascere in Siria ed io in Italia. Chi ha deciso che lui non avesse nulla e io avessi tutto. Questo non lo so. So che questo bambino senza vita è diventato il simbolo della politica sull’immigrazione europea. Ma per me l’Europa non è questa. L’Europa è la culla dell’illuminismo. Dell’universalismo dei diritti. Per citare Kant: “il diritto non deve mai adeguarsi alla politica ma è la politica che in ogni tempo deve adeguarsi al diritto”.

   Tutto il mondo sta vivendo una grossa crisi; poiché sta attraversando una grande trasformazione, dovuta principalmente a tre fattori: rivoluzione digitale, crisi economica, emergenza climatica e sovrappopolamento. Abbiamo paura e continuiamo a guardarci indietro al passato, a quello che ormai è perduto e non abbiamo la forza morale e intellettuale di guardare al cambiamento con coraggio e speranza. Bisogna creare nuovi lavori, nuovi modi di gestire la società, ci evolviamo. Ma con quali costi sociali avverrà tutto questo? Perché il rischio più grande è che a pagare siano gli ultimi per cultura, per reddito, quelli che adesso stanno perdendo il lavoro perché magari sostituiti da una macchina, sono i più fragili, i più precari, quelli che hanno più paura, quelli che hanno risentito di più delle politiche individualistiche degli ultimi trent’anni e che in un momento di crisi come questo sono più esposti.

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Fede

di Abramo Matteoli

   Un giorno mi capitò di allontanarmi dalla terra. Non fu semplice, avevo passato a girare intorno allo stesso pianeta più di quanto riesca a ricordare; e anche se non mi era mai stata data la possibilità di avventurarmi su di esso, quel grandissimo corpo celeste io lo chiamavo casa. Un asteroide degno di questo nome, però, deve solcare molti cieli, è chiamato a viaggiare in eterno, ogni volta circondandosi di astri sempre più luminosi e bizzarri. Solo in questo modo potrà portare a compimento il suo dovere di concedere un desiderio ad ogni essere del cosmo; in fondo si sa, da che mondo è mondo in ogni angolo dell’universo si esprime un desiderio ogni volta che un asteroide in viaggio, in un modo o in un altro, si rende visibile nel firmamento. 

   Dico tutto questo solo per spiegare che avevo passato fin troppo tempo a gironzolare sopra i capi della popolazione terrestre, avevo concesso fin troppi desideri alle creature di quel pianeta azzurro, ed è per questo che decisi di allontanarmi, dando una svolta alla mia vita.  Per le prime migliaia di anni che passai in viaggio mi sentii completamente perso. Adesso toccava a me viaggiare per l’infinità dello spazio e non avrei certo potuto starmene lì a farmi trasportare dalla gravità come avevo fatto fino a quel momento. Questo fatto continuava a mettermi una paura immensa, immensa come le stelle più brillanti. Non ero mai stato così lontano da “casa”, e tutto a un tratto l’infinito universo si rivelò ancora più infinito quando realizzai che potevo contare solo su me stesso. 

   “La vastità può soffocare anche la più tenace delle comete”. Ripetevo spesso, durante il mio pellegrinaggio, le parole di un mio amico meteorite che avevo incontrato durante il mio soggiorno intorno alla terra. Quella frase diventò per me come un “memento mori” per gli umani; eh già! Avevo passato così tanto tempo vicino alla terra che ebbi modo di ammirare l’intera comparsa degli uomini su quel pianeta, li osservai a tal punto da addirittura capirci qualcosa della loro cultura. 

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Referendum: assalto alla democrazia

di Alessandro Rosati

“È così che muore la libertà: sotto scroscianti applausi”

   I più attenti fan di Guerre Stellari, alias Star Wars, avranno sicuramente riconosciuto una citazione del terzo film dell’immortale saga ideata da George Lucas.

   Nella scena in questione della pellicola il Cancelliere Palpatine, l’antagonista per antonomasia nel mondo galattico, aveva appena dichiarato la nascita dell’Impero e ovviamente sancito la fine della Democrazia. Tutto ciò era avvenuto con la piena approvazione del Senato e sotto gli occhi impotenti della senatrice Padmé, il personaggio che appunto pronuncia tali parole.

   “Tornando” sulla Terra, è legittimo chiedersi perché mai sia stata tirata in ballo la pur meritevole saga di Lucas.

   Con quasi il 70% di favorevoli, si è finalmente concluso il Referendum Costituzionale che aveva occupato le prime pagine dei giornali nelle ultime settimane. Quasi all’unanimità gli Italiani hanno scelto di confermare la legge sul taglio dei parlamentari. I seggi del Parlamento diminuiranno quindi da 945 a 600, arrivando a contare circa 1 rappresentante per ogni 100mila abitanti e portando le statistiche in linea con gli altri Paesi Europei.

Come se le finanze e l’amministrazione di un paese si limitassero a un sia pur utile rapporto matematico, che però rimane tale. Di certo non si aumenterà la spinta Europeista di cui l’Italia ha bisogno, né tantomeno si sanerà la spaccatura creatasi con i paesi del Nord Europa.

   È vero, le casse Italiane hanno risparmiato la “gravosa” cifra di 57 milioni di Euro netti, che corrispondono allo 0,012% della spesa nazionale annua.    Per fare un esempio Il Recovery Fund (il piano di sovvenzione straordinario messo in campo dall’UE) garantisce all’Italia 80 miliardi di euro a fondo perduto: una cifra mastodontica rispetto a quella modesta dovuta al taglio. Considerando poi l’intera popolazione Italiana, che si aggira attorno ai 60 milioni di individui, si calcola facilmente il risparmio pro capite: meno di un euro.

   Un occhio di riguardo anche alle piccole regioni come il Molise, adesso rappresentate in Parlamento da un numero irrisorio di deputati (da poterli contare sulle dita di una mano).

   Eppure, alla luce dei fatti e nonostante gli “scroscianti applausi” del popolo Italiano, sembra che non ci siano vincitori, ma solo vinti.

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Una cattedrale in fiamme, il cristianesimo e l’Europa

di Alessandro Vannucci

Una cattedrale in fiamme, il cristianesimo e l’Europa

di Alessandro Vannucci

   Il 18 luglio alle 7 e 45 del mattino la cattedrale di Nantes è stata avvolta dalle fiamme, fortunatamente la struttura non ha subito grandi danni, mentre l’organo è andato perduto.  La Cathédrale Saint-Pierre-et-Saint-Paul de Nantes è ricordata per il suo stile gotico ed è il risultato di oltre 450 anni di lavoro, dal 1434 al 1891. Già in passato, negli anni settanta, fu colpita da un incendio che la devastò parzialmente: le fiamme allora furono causate da un operaio addetto alle riparazioni sul tetto, il quale aveva erroneamente appiccato il fuoco con una saldatrice.

   La cattedrale ritornò ad essere praticabile per il culto 13 anni dopo. Agli occhi della polizia, l’episodio dello scorso luglio risulta diverso rispetto a quello del 1972, infatti secondo le forze dell’ordine il custode Emmanuel A. sarebbe il responsabile.

   L’uomo, rifugiato ruandese, trentanovenne, in Francia dal 2012, avrebbe appiccato l’incendio per vendicarsi contro la diocesi e contro lo Stato del mancato rinnovamento del visto. Il colpevole si trova ora in detenzione preventiva e rischia una condanna di 10 anni con una multa di 150000 euro.   

   Grazie alla confessione del guardiano, gli investigatori hanno potuto ricostruire le dinamiche del reato: l’uomo avrebbe posizionato 3 cariche, 2 a terra, ai lati dell’altare, e l’altra una decina di metri sopra, al livello dell’organo del 17esimo secolo, resistito anche ai saccheggi della rivoluzione, ma andato perduto nell’incendio. Elemento chiave, per le indagini, è stata la mail di rabbia inviata alla diocesi, che Emmanuel aveva spedito dal suo computer. Le critiche non si sono fermate al colpevole, ma hanno raggiunto anche le cariche dello Stato, accusate di non avere preservato i monumenti religiosi, dal momento che 87 cattedrali, tra cui quella di Nantes, mancano di sistemi anti incendio.

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