Smarrimento e libertà

di Martina Pasquinelli

 

“Che sarà, che sarà, che sarà

Che sarà della mia vita chi lo sa?

So far tutto o forse niente

Da domani si vedrà

E sarà, sarà quel che sarà!”

 

È il ritornello di una canzone di José Feliciano, cantata anche dai “Ricchi e poveri”. Mi è capitato di ascoltarlo in serata ed a distanza di ore sto ancora pensando a quel “so far tutto o forse niente” preceduto da una domanda esistenziale.

In questo ritornello ci ho letto i 18 anni, l’adolescenza, la classica “allora hai deciso l’università?”, che puntualmente capita in ogni conversazione; c’ho visto la spavalderia di un giovane ragazzo cresciuto sentendosi dire che se si applica è in grado di fare qualsiasi cosa. Tuttavia, so di poterci ritrovare anche la messa in discussione di quelle affermazioni, che inevitabilmente arriva…che sia per un brutto voto preso a scuola, per un obiettivo che risulta più faticoso raggiungere, oppure per una relazione o un’amicizia finite dopo tanti sacrifici. Il tempo passa e ognuno si accorge dei propri limiti. L’adolescenza è una corsa. L’età in cui il tempo sembra accelerare. Si fanno più gioiosi i sorrisi e più pesanti i pianti. Tutto viene colto al massimo del suo stato. L’umore alterna continuamente. Ci si sente ancora i piccoli della società, “quelli che hanno tutta una vita davanti” e un attimo dopo sentiamo la pressione di un capofamiglia, siamo nel momento in cui dobbiamo diventare maturi, dobbiamo scegliere la strada che vorremo per la vita.

Cosa vuole la società? Cosa vuole l’individuo? Leggi tutto “Smarrimento e libertà”

Lo studente furioso I

di Martino Andreini

Noi ragazzi della generazione Z quando pensiamo alla satira le uniche cose che ci vengono in mente sono Crozza e i meme politici dei cinquantenni, ma è molto di più. In pochi considerano la satira un genere letterario al pari della poesia o della narrativa; per questi motivi ho deciso di provare a scriverne una. Nella satira ogni critica, commento e affermazione è unicamente finalizzato all’intrattenimento e al divertimento in una breve e limitata finestra di tempo satura di significati. Così ho deciso di parlare di qualcosa che ci riguarda tutti in prima persona, la scuola.  E non c’è niente che fa più scuola di terzine medievaleggianti!

 

L’inizio del cammin di nostra vita

mi ritrovai ‘n una scòla di scienza,

chè l’adulta via era in lontanienza.

Azz1 quanto a dir qual era è cosa dolce,

quando all’anno primo ‘ncor vedevo spè

negli sguardi dei dolci compari a mè.

Lo primo dïe conobbi ‘l Maffo2,

homo che porta ‘l dolce riso buffo,

Oh maestri d’arte etterni supplenti.

L’anno fu secondo ma non secundo

fu l’incontro con colei che gela e

porta pianto, truce Nardin Lorella3.

L’età terza corse tanto inutile

quanto il faticar dei tecnici, e come

inutil so’ le nostre macchinette.

Poi la gran Pàtologia4 tolse il peso

dello scettro dall’inette mani de’

vecchi eletti che di ciò furon lieti.

Oh rappresentanti antiqui! E sì lesto

venne lo anno quarto ch’ oggi siam parte.

Ma or lo ieri al presente passa le carte.

Nell’aere sento un canto, è ‘l rubro

esercito dei Liberi che Chiarl Marx5

dianzi duce al fronte serrato ‘l pugno.

Ma dal Rosso al Nero andiam. «Di chi parliam?»

Chi se non Dig6 che ‘l trono brama, oh Muse,

da rapper a rappres fortun ti volse.

Carnini ‘l qualunquista animo sfascia!

Ma qui fermommi chè non voglio sì far

di Charlie Hebdo la fine nei corridoi.

Ei è solo un dei eletti sanza voto

che le quattre poltron vinsero a dadi

e una7 opposizion è quella intestina.

«Allora perché non ti candidasti?»

A tu maldicente ripono ch’ io

son solo un bonnarïo satiretto.

Infin anche s’è scòla e selva e oscura,

dopo ‘l quinto uscirem con occhio fiòrdo8

a riveder come stelle il ricordo.

 

  1. Azz: Esclamazione di stupore che può essere interpretata anche come invocazione all’ex Ministra dell’Istruzione L. Azzolina (da Mr 1, 1 – 10).
  2. Maffo: Maffei, professore di disegno e storia dell’arte.
  3. Nardin Lorella: Attuale vice preside della nostra scuola.
  4. Gran Pàtologia: Parafrasi di Covid-19.
  5. Chiarl Marx: Chiaravalloti responsabile del gruppo Liberamente (Liberi).
  6. Dig: Nome d’arte dell’attuale rappresentante d’istituto durante la sua carriera da rapper.
  7. Una:
  8. Occhio fiòrdo: Occhi lucidi, in lacrime.

 

Una nuvola di zucchero filato

Foto e testo di Eleonora Rugani

Un altro meraviglioso tramonto rende le nuvole rosa ed agli occhi dei più giovani la mente viaggia e si ferma al pensiero di una nuvola di zucchero filato. Tutto ciò crea uno sfondo colorato ad un piccolo alberello che, dopo un freddo inverno, torna ad avere piccole foglioline sui rami. Siamo ormai alla fine dell’inverno, la primavera sta arrivando.

Referendum svizzero vieta la copertura totale del viso in pubblico

Dato l’esito dei voti, la legge è stata approvata ma giudicata razzista e islamofobica

di Giulia Cianchi

 

Nell’Islam il burqa è il velo che copre completamente il volto delle donne, con solo una rete all’altezza degli occhi per vedere, mentre il niqāb copre il volto femminile lasciando solo gli occhi scoperti, e una nuova legge in Svizzera parla proprio di questo: nel recente referendum, proposto dalla destra conservatrice, è stato chiesto se proibire o no questi capi nei luoghi pubblici e la maggioranza, con il 51,2% degli elettori e l’adesione di 20 su 26 Cantoni, entità statali indipendenti e sovrane in cui è suddiviso il territorio svizzero, ha vinto. Il decreto non si riferisce direttamente alle donne musulmane anche se il partito che lo ha promosso non ha nascosto che fosse comunque diretto nei loro confronti e che fosse uno dei suoi principali obiettivi.

In Svizzera solo il 5% della popolazione su un totale di 8 milioni e mezzo di abitanti totali è musulmana, della quale le donne che indossano veli integrali sono circa 130. Leggi tutto “Referendum svizzero vieta la copertura totale del viso in pubblico”