di Valeria Vavalà*
L’ordine e il disordine del gioco letterario. Dagli amori di taverna di Cecco Angiolieri alle favole al rovescio di Gianni Rodari.
Cosa mette insieme i Carmina Burana e i sonetti di Cecco Angiolieri, il Dialogo sopra i massimi sistemi di Galilei, il Don Chisciotte e i giochi di parole di Stefano Bartezzaghi? È il gioco del rovescio, l’improvvisa prospettiva del contrario che ribalta gli orizzonti e fa del presente un tempo di beffa e di rivelazione. In fondo non è il rovescio meno importante di ciò che appare nel suo aspetto consueto. E tutto, proprio tutto si sostiene sul suo contrario.
Esiste qualcosa di universale, valido per tutti, che riesce a far star bene indistintamente ogni persona? Ovviamente no, ma sarebbe bello che esistesse. Può una stessa cosa essere causa del tuo bene e del tuo male contemporaneamente? Esiste un ordine per cui il bene e il male restino ben distinti, vicini o lontani? Penso a quante volte si soffre per aver fatto la cosa giusta… Eppure era la cosa giusta.
La letteratura ci educa alle contraddizioni e ci insegna che non esiste un percorso prestabilito. Ed è bello allora non dover dare spiegazioni a qualcuno, neppure a te stesso del perché mai il lupo sia arrivato al punto da perdersi nel bosco portando la cena alla nonna.
Potrebbe forse essere l’ordine che ci fa arrivare a quella sensazione di pienezza e appagamento, a quei significati ultimi che tanto ricerchiamo?
La consapevolezza che c’è un ordine nel mondo ci conforta. Ci rincuora la consapevolezza che non siamo dispersi in mare, abbandonati alla corrente, al vento, ai tuoni e ai fulmini, ma che c’è una sequenza nel moto ondoso, che quando il Sole si poggia all’orizzonte, lasciando affascinato chiunque lo guardi, lo fa per cullarci nella notte, permettendoci così di osservare le stelle e lasciare che siano loro a darci la via. Leggi tutto “Itinerario del mondo alla rovescia”