Forza e solitudine in un fiume di rifiuti

 

di Lisabetta Raffaetà

Sfogliando le riviste del National Geographic alla ricerca di una foto che trattasse il tema dell’inquinamento in Oriente, mi sono imbattuta in questa immagine. Un’immagine che ha come scavato nel mio cuore, mi ha rapita, affascinata e mi ha fatto soffermare su ogni suo piccolo particolare.

Sola, nel silenzio assoluto del mattino, una donna avvolta da uno scialle attraversa il fiume Gange per mezzo di un ponte, un ponte dilaniato, che non è realmente un ponte, ma un ammasso di pietre, terra, residui e plastica.

Il cielo quasi diafano riflette la sua luce nelle acque del Gange quasi a rendere surreale questa fotografia.

La donna percorre cautamente il ponte, lei è sola in mezzo a questa natura violentata e maltrattata, proprio come lo è la vita della maggior parte delle donne dell’India.

Questo ponte non è solo un ponte, ma un vero e proprio sentiero della vita, pieno di imprevisti e pericoli, ma la donna lo attraversa tutti i giorni, questa è la sua vita e non si ferma sulla sponda, non si arrende.

Nel guardare questa foto quello che mi ha colpito è stato il grande senso di solitudine che invade tutta l’immagine, ed il silenzio diventa quasi un grido che esce dall’immagine stessa.

Sì, è proprio così, quello che mi cattura e mi appassiona è quello che non si vede e non si sente e quello che voglio vedere non è solo l’immagine di un  ponte di plastica e di rifiuti che soffoca le acque del Gange, ma la stoffa rossa che avvolge il corpo della donna indiana  quasi a creare una macchia di colore in un paesaggio grigio e senza anima, perché in cuor mio vorrei tanto che quella donna, con la sua piccola veste rossa, diventasse il simbolo della vita che non si arrende, delle donne che nonostante tutto vanno avanti e della speranza che muove il mondo.

 

La pagina bianca dell’essenza

di Veronica Zaffora

Micromegas è un breve racconto, apparentemente di svago, scritto da Voltaire in cui si può notare un atteggiamento critico e ironico verso teorie con cui non era d’accordo. Voltaire infatti nomina molti filosofi del tempo esprimendo indirettamente, attraverso Micromegas, il personaggio principale, la sua opinione sulle loro teorie. Da questo racconto si può facilmente dedurre che Voltaire sosteneva che l’universo fosse aperto e appoggia la teoria della gravitazione universale di Newton e quella dell’attrazione terrestre che implica che la terra ha la forma di uno sferoide, ed è quindi schiacciato sui poli. Su di essa gli esseri umani non sono altro che dei minuscoli atomi.

Micromegas è un giovane gigante abitante del mondo di Sirio, alto ben otto leghe (centoventimila piedi) e un filosofo molto intelligente. Inoltre, servendosi delle forze attrattive e ripulsive viaggiava, da un pianeta all’altro con agilità. Dopo aver esplorato La Via Lattea giunse a Saturno dove i cittadini, in confronto a lui, erano dei nani e si fece amico un piccolo saturniano: il “signor segretario’’. I due si scambiarono molte informazioni a proposito dei rispettivi pianeti confrontando il numero di sensi che avevano: rispettivamente 72 per i Saturniani e 1000 per i siriani; ma scambiarono qualche informazione pure sulla media dei loro anni di vita: 500 grandi rivoluzioni solari per i saturniani e 700 volte di più per i siriani, che non erano comunque mai abbastanza per soddisfarli. La conversazione durò per un po’ concludendosi con la decisione da parte dei due di intraprendere un viaggetto filosofico. Leggi tutto “La pagina bianca dell’essenza”

L’intelligenza delle api

di Matilde Cianchi

Le api sono conosciute da tutti soprattutto perché a loro è dovuta la produzione del pregiato e amato miele, ma è fondamentale riconoscere loro il merito dell’impollinazione, che permette la riproduzione della maggioranza di piante e vegetali, fondamentale per regolare gli ecosistemi e garantire la salute del pianeta, assicurando servizi sistemici essenziali come la purificazione di aria e acqua, la regolazione del clima e il riciclo dei nutrienti. Questi insetti sono presenti sulla Terra da molto prima della comparsa dell’uomo, e anche per questo motivo è necessario rispettarli, poiché la loro scomparsa comporterebbe la rottura di una catena e di un ambiente naturale molto difficile da ricreare. Esse sono quindi una risorsa fondamentale per la biodiversità, poiché è solo grazie alla loro laboriosità che è possibile contribuire a mantenere il nostro ecosistema in vita.

Per questo motivo sono molti gli scrittori o i poeti che hanno descritto la meraviglia del mondo delle api, legata alla loro rigorosa organizzazione e al loro comportamento. È proprio quello che stupisce tutti coloro che si relazionano a questi insetti, poiché hanno dimostrato di avere una grande intelligenza, consapevolezza e stati simili ad emozioni. In un articolo del “The Guardian”, un giornale inglese, vengono riportate una serie di informazioni sul campo dell’intelligenza delle api. In questo articolo viene intervistato un professore di ecologia sensoriale e comportamentale delle api, Lars Chittka, uno dei massimi esperti in questo settore. Leggi tutto “L’intelligenza delle api”

Le più piccole cose

di Lisabetta Raffaetà

 

Se avessimo occhi

per vedere le piccole cose,

le più piccole cose cambierebbero il mondo.

 

Se avessimo cuore

non solo un organo pulsante,

il vero cuore

amerebbe tutte le più piccole cose.

 

Se avessimo philia per apprendere

passione per difendere

ragione per vedere

vedremmo tutte le più piccole cose.

 

Se avessimo mani per accogliere

tutte quelle piccole cose,

le più piccole cose cambierebbero il mondo.