di Chiara Perrone
Durante questo periodo particolare mi sono dedicata alla lettura della Lettera sulla felicità di Epicuro, per conoscere meglio le sue teorie riguardo il raggiungimento della felicità, un sentimento che spesso manca a noi giovani e ci sembra così lontano da raggiungere.
Epicuro è stato un filosofo greco, nato a Samo nel 341 a.C. Egli fondò una scuola all’interno della sua proprietà nella città di Lampasco. Raccolse intorno a se molti discepoli, che erano legati a lui attraverso un vero rapporto d’amicizia. L’amicizia infatti era molto importante per Epicuro, per questo mantenne sempre uno stretto rapporto anche con i suoi allievi lontani, ai quali scriveva molte lettere.
Nella Lettera sulla felicità sono riportate da Diogene Laerzio, il maggior testimone di Epicuro, tre delle sue più importanti lettere indirizzate ai suoi allievi.
La lettera a Meneceo tratta dell’etica e in modo particolare del raggiungimento della felicità. Secondo Epicuro non si è mai vecchi per filosofare, né troppo giovani. L’esercizio della filosofia ci procura felicità, e non esiste un’età per essere felici.
Spesso non riusciamo ad essere felici perché siamo immersi in mille preoccupazioni. Uno dei maggiori dolori che ci colpisce è la morte, anzi l’attesa della morte. Epicuro afferma: “Il male, dunque, che più ci atterrisce, la morte, è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c’è la morte, e quando c’è la morte noi non siamo più”. Quindi il filosofo, ci consiglia di non temerla e di goderci la vita perché “Il saggio cerca non il cibo più abbondante, ma quello più gradevole, così gode non del tempo più lungo, ma di quello più dolce”. Una citazione che credo sia molto importante è: “Bisogna sforzarsi di fare il domani migliore dell’oggi.” Per questo è necessario migliorare noi stessi giorno dopo giorno; non dobbiamo pensare troppo al nostro futuro, ma cercare di concentrare le nostre forze sul presente, affinché possiamo costruire una vita degna di essere vissuta.
Una frase molto attuale, pronunciata da Epicuro è: “Le false opinioni provocano il maggior turbamento dell’anima”. Infatti noi ragazzi siamo spesso condizionati dalle idee altrui, le quali mirano solamente a danneggiarci e a farci stare male. Dunque dobbiamo concentrarci su noi stessi e sui piaceri che ci rendono felici. Il filosofo di Samo fa una distinzione tra i vari piaceri: ci sono quelli naturali, di cui alcuni sono necessari (come l’acqua che calma la sete) e altri sono superflui come i cibi costosi. Inoltre esistono i piaceri vani, che provocano turbamento e persino la morte. Durante la quarantena che tutti noi stiamo vivendo, siamo riusciti a capire meglio quali sono i veri piaceri, e i particolari della nostra vita che fino a qualche mese fa davamo per scontati. L’amicizia è sicuramente uno di questi: è un sentimento che va al di là delle distanze e riesce a legare le persone nonostante le barriere imposte. Come già detto Epicuro considerava l’amicizia un bene primario e proprio lui disse:“Dobbiamo trovare qualcuno con cui mangiare e bere prima di cercare qualcosa da mangiare e da bere, perché mangiare da solo significa fare la vita di un leone o di un lupo.”
L’opera continua con la trattazione sulla fisica nella lettera a Erodoto e si conclude con la lettera sul cielo. Quest’ultima mi è piaciuta molto, in quanto fornisce definizioni molto attuali e intriganti dei fenomeni celesti.
Dato che, con questa recensione, vorrei far nascere in voi un pizzico di felicità, riporterò in seguito la definizione che più mi è piaciuta.
“L’arcobaleno si forma per il risplendere del sole sull’aria umida; oppure una particolare combinazione di luce e di aria che può produrre quelle caratteristiche tonalità cromatiche, tutte insieme o singolarmente”. Penso che la lettura di questa piccola frase possa portarci a ragionare sulla bellezza della natura, e in questo caso dell’arcobaleno. Chi non si emoziona davanti a untale spettacolo? L’arcobaleno prefigura il passaggio dalla pioggia, che può rappresentare una brutta giornata o un brutto periodo, al sole che raffigura una bella notizia, o un bel momento nella nostra vita.
Speriamo dunque di poter passare presto a questa fase “di sole”. Intanto ci spossiamo dedicare alla lettura di libri pieni di positività, come questo.
Epicuro (Traduzione di Nicoletta Russello, Giuseppe Serra e Carlo Diano), Lettera sulla felicità, Padova 2010, Bur Rizzoli.