Il nostro Nome

LeviaGravia,

introduzione a un titolo

di Alessandro Rosati

   Chi per la prima volta ha messo piede nel nostro giornale sicuramente si starà chiedendo il perché del suo titolo: LeviaGravia. Leggendolo e rileggendo probabilmente crederà di averne già sentito parlare e di averne nascosto il significato in un angolo remoto della mente. Probabilmente per gli studenti (o ex studenti) più attenti, o per gli appassionati di letteratura non sarà niente di nuovo, si staranno soltanto chiedendo il motivo di questa scelta. Ma andiamo per gradi.

   Cos’è LeviaGravia? In principio è un ossimoro, l’accostamento di due termini in contrapposizione. Troviamo due sostantivi contrari: grave e lieve. In realtà Levia Gravia deriva dal latino, dagli aggettivi Levis e Gravis, entrambi con lo stesso significato giunto a noi nella lingua italiana. Probabilmente adesso che ho parlato di Latino il Lettore starà rispolverando vecchie conoscenze scolastiche, o magari confermando la sua tesi sull’origine del nome, oppure non avrà la benché minima idea di ciò di cui sto parlando.

   Ebbene Levia Gravia è una raccolta di poesie di Giosuè Carducci pubblicata nel 1867 ed ispirata ad un verso dei Tristia di Ovidio. Ecco che i Lettori più attenti si staranno complimentando con loro stessi per aver indovinato la provenienza del nome, e da me ricevono la più sentita stima: non era facile. Effettivamente Levia Gravia non è una delle opere più fortunate di Carducci, ma questa è un’altra storia.

   Il concetto espresso dal titolo, per quanto le interpretazioni possono avere diverse sfumature, è molto semplice: “cose” lievi e “cose” gravi convivono e le prime vengono trattate come le seconde e viceversa. Così faremo noi ragazzi-giornalisti di LeviaGravia. Tratteremo degli argomenti più svariati: dal cinema alla politica passando per l’attualità e le iniziative sul territorio. La costante sarà però la leggerezza con cui occuperemo di ogni argomento “serio”, e la serietà con cui ci occuperemo di ogni argomento “leggero”. 

   Insomma, le premesse sono state fatte: buona lettura!