Quello che raccontiamo
Poi tutto quello che raccontiamo
Alla gente
Dove va a finire quando
Non ci riconosciamo più
Ci si convince di no
E se ci si vede
si finge come dei ladri
di non sapere niente
di non capire più da che parte gira il mondo
si finge
per orgoglio, per egoismo, per terrore
di non aver mai amato
si urla: non t’ho mai amato
quando si fa ancora, un cattivo vizio
e il nostro io si rannicchia
dietro queste bugie calde, un caminetto tiepido
in cui possiamo stare fermi senza farci scoprire.
Si conoscono come noi stessi
le paure che divorano l’altro
ma decidiamo comunque di riassumere
queste dimenticanze fasulle
in un saluto smorto.
La solitudine della candela
Lo so cosa pensi di me
Ma non lo dire a voce alta
Potrei piangere e farmi colare come una candela morta
Spezzata, rotta,
potrei dondolare le gambe fino a cadere di proposito
dentro una buca colma di indifferenza,
Farei a brandelli ciò che sono
Solo per provare ad essere inverno
Per te.