La pagina bianca dell’essenza

di Veronica Zaffora

Micromegas è un breve racconto, apparentemente di svago, scritto da Voltaire in cui si può notare un atteggiamento critico e ironico verso teorie con cui non era d’accordo. Voltaire infatti nomina molti filosofi del tempo esprimendo indirettamente, attraverso Micromegas, il personaggio principale, la sua opinione sulle loro teorie. Da questo racconto si può facilmente dedurre che Voltaire sosteneva che l’universo fosse aperto e appoggia la teoria della gravitazione universale di Newton e quella dell’attrazione terrestre che implica che la terra ha la forma di uno sferoide, ed è quindi schiacciato sui poli. Su di essa gli esseri umani non sono altro che dei minuscoli atomi.

Micromegas è un giovane gigante abitante del mondo di Sirio, alto ben otto leghe (centoventimila piedi) e un filosofo molto intelligente. Inoltre, servendosi delle forze attrattive e ripulsive viaggiava, da un pianeta all’altro con agilità. Dopo aver esplorato La Via Lattea giunse a Saturno dove i cittadini, in confronto a lui, erano dei nani e si fece amico un piccolo saturniano: il “signor segretario’’. I due si scambiarono molte informazioni a proposito dei rispettivi pianeti confrontando il numero di sensi che avevano: rispettivamente 72 per i Saturniani e 1000 per i siriani; ma scambiarono qualche informazione pure sulla media dei loro anni di vita: 500 grandi rivoluzioni solari per i saturniani e 700 volte di più per i siriani, che non erano comunque mai abbastanza per soddisfarli. La conversazione durò per un po’ concludendosi con la decisione da parte dei due di intraprendere un viaggetto filosofico. Leggi tutto “La pagina bianca dell’essenza”

L’intelligenza delle api

di Matilde Cianchi

Le api sono conosciute da tutti soprattutto perché a loro è dovuta la produzione del pregiato e amato miele, ma è fondamentale riconoscere loro il merito dell’impollinazione, che permette la riproduzione della maggioranza di piante e vegetali, fondamentale per regolare gli ecosistemi e garantire la salute del pianeta, assicurando servizi sistemici essenziali come la purificazione di aria e acqua, la regolazione del clima e il riciclo dei nutrienti. Questi insetti sono presenti sulla Terra da molto prima della comparsa dell’uomo, e anche per questo motivo è necessario rispettarli, poiché la loro scomparsa comporterebbe la rottura di una catena e di un ambiente naturale molto difficile da ricreare. Esse sono quindi una risorsa fondamentale per la biodiversità, poiché è solo grazie alla loro laboriosità che è possibile contribuire a mantenere il nostro ecosistema in vita.

Per questo motivo sono molti gli scrittori o i poeti che hanno descritto la meraviglia del mondo delle api, legata alla loro rigorosa organizzazione e al loro comportamento. È proprio quello che stupisce tutti coloro che si relazionano a questi insetti, poiché hanno dimostrato di avere una grande intelligenza, consapevolezza e stati simili ad emozioni. In un articolo del “The Guardian”, un giornale inglese, vengono riportate una serie di informazioni sul campo dell’intelligenza delle api. In questo articolo viene intervistato un professore di ecologia sensoriale e comportamentale delle api, Lars Chittka, uno dei massimi esperti in questo settore. Leggi tutto “L’intelligenza delle api”

Vietato mangiare velocemente

di Rebecca Giusti

 

Vogliamo sempre avere il controllo su quello che succede. Vogliamo essere decisi, con quel modo di fare un po’ mieloso tipico delle persone che sanno in ogni occasione cosa vogliono, pettinati, muovere le mani e gesticolare in modo non troppo affannoso o concentrato, perché poi siamo ridicoli. Essere dolci, ma non troppo o in maniera affettata perché quest’atteggiamento potrebbe sfiorare pericolosamente l’essere stupidi, e noi non è che non vogliamo esserlo, ma è il non farlo credere agli altri, far intendere che siamo molto colti e preparati sempre e comunque a tutti, che ci sta a cuore.

Dobbiamo mangiare con calma perché sennò ci si brucia e non si mangia con foga, così come non si vive velocemente. Si aspetta che il piatto sia freddo come il marmo d’inverno, solo allora è possibile assaggiare senza nessun tipo di pericolo ciò che ci sta davanti, anche se forse si perde il sapore che doveva avere.

Richiede tempo staccarsi da questi concetti malati, forse alcuni non ci si staccano mai ed altri si illudono e basta di esserci riusciti. Penso però che vivere mangiando piatti freddi, controllare le mani quando si parla e il miele nella voce, che infastidisce quasi impercettibilmente l’ascoltatore, come se non capisse se ammira la persona convinta che gli sta davanti o lo detesta, non facciano per tutti. Non serve, è sforzo inutile cercare di essere qualcuno che non si è mai stati. Per capire che non lo siamo è semplicemente necessario provare ad esserlo e poi accorgersi che forse non faceva per noi, noi siamo altro e siamo liberi. Siamo liberi.

Un sorriso amaro di fine estate

di Alessandro Rosati

Un sorriso. Cara estate, cara maledettissima estate, ci siamo. Siamo arrivati a quel fatidico momento dell’anno, quando guardarsi indietro è la cosa più difficile da fare. Difficile, sì, ma anche terribilmente bello. Settembre arriva come uno schiaffo: forte, netto, cinico. Sembra quasi voglia svegliarci dal torpore in cui la bella stagione ci ha fatto piombare. E ci dispiace, perché in quel torpore si sognava davvero bene. Ma i sogni, si sa, sono destinati a rimanere tali. Utopie sospese nell’irrimediabile fugacità di questo mondo.

Proprio come dopo un bel sogno, siamo costretti a guardarci indietro, nel tentativo di catturare anche il minimo dettaglio di quella fantastica parentesi di felicità. Nel frattempo rimane un grido di gioia strozzato, una sensazione di euforia smorzata, troncata, sradicata e calpestata dallo squallido grigiore della condizione umana. Troppo drastico? Sì, forse, ma neanche troppo. Dipende dai punti di vista.

Ad ogni modo, torniamo a noi: guardarsi indietro. Una foto, una canzone, un gesto: tutto può scaturire un ricordo. E allora inevitabilmente il volto si deforma quasi contro la nostra volontà: un sorriso solca profondamente il viso, quasi lo tagliasse a metà. E mentre taglia il viso, squarcia la tela del presente per ripresentarsi prepotente con in mano il passato. E intanto noi, pittori di un quadro che forse neanche vogliamo dipingere, restiamo attoniti. Ricordi e malinconia ci trasportano in una dimensione surreale, dove nel presente ricerchiamo il passato e nel futuro una speranza vana. Che terribile e fantastica illusione la vita. Illusi, sì, che l’euforia dei momenti possa durare per sempre. Non è così, c’è da farci l’abitudine. Bisogna sempre ricordare che dopo ogni Agosto c’è un Settembre dietro l’angolo, pronto a uccidere. Certo che così si vive male. Senza dubbio, ma dipende tutto dai punti di vista, l’ho già detto. Leggi tutto “Un sorriso amaro di fine estate”