Hi Putin!

di Alessandro Vannucci

 

È ritornata, la guerra è ritornata in Europa.

Lei è qui con tutta la sua cattiveria, con la sua crudeltà, con il suo seguito di ingiustizie e con tutto ciò che ne deriva.

Palazzi distrutti, continui bombardamenti, lacrime e sangue che inondano le strade sono la cornice del quadro che nessun uomo vorrebbe avere, il quadro della guerra.

Rimanendo legati all’ambiente artistico potremmo descrivere la guerra come l’arte dell’orrore, i cui artisti si distinguono per l’amore nella distruzione della civiltà e dei traguardi che ne derivano.

Uno di loro è ovviamente il grande e supremo leader russo, Putin, che è riuscito ad arrivare primo, secondo e terzo alla gara per l’uomo più odiato dell’epoca moderna. Se il suo obiettivo era scrivere la storia lo ha realizzato in modo impeccabile, perché nessuno adesso si scorderà di lui, soprattutto i 44 milioni e 300 mila ucraini. Le stesse persone sono colpevoli, secondo il sommo Putin, di occupare un territorio che non gli spetta ed essere i neonazisti che minacciano la federazione russa. Leggi tutto “Hi Putin!”

Se alzo la testa al cielo

di Rebecca Giusti

 

Forse se si accosta la mano sopra il petto, si sente ancora il rumore che facevano le ossa strette intorno al cuore che pompava dei Rom, Sinti, omosessuali, disabili, ebrei e molti altri uomini, donne, bambini.

Mi immagino ragazzini benestanti che vengono trascinati via dalle loro case lustre con i maggiordomi e pesanti lampadari da uomini alti in divisa. Donne lesbiche strappate l’una dalle braccia dell’altra per una soffiata della vicina alle autorità riguardo alle pratiche impure che mettevano in atto quando si sfioravano la carne l’una dell’altra, con amore e pazienza. Gli urli delle famiglie di zingari divise con ferocia, con spietatezza, con l’arroganza tipica di chi sa che il mondo è un giocattolo stupido e innocente nelle sue mani.

La cosa che mi sorprende, come ha detto una ragazza in un incontro dedicato al giorno della memoria a cui ho partecipato oggi, è che ci sono persone che arrivata la data di questa ricorrenza alzano gli occhi al cielo e sussurrano fra sé e sé, come frastornati e infastiditi, “accidenti, ancora questi ebrei…” Leggi tutto “Se alzo la testa al cielo”

Le ragazze romane in apnea

 

Lo scandalo delle baby squillo del 2013

di Rebecca Giusti

Inizia tutto nella capitale italiana circa otto anni fa. Piano piano, la storia viene fuori e diviene un fatto chiacchierato, discusso, su cui tutti riflettono, ma temo anche, terribilmente imitato da moltissime altre ragazze.

Lo scandalo dei Parioli è ancora oggi attualissimo, simboleggia una generazione cresciuta male, la gioventù bruciata del ventunesimo secolo. Sulla scia di “Bling Ring” e “I ragazzi dello zoo di Berlino”, queste due ragazze cresciute in un quartiere della Roma bene, che studiano rispettivamente al classico e ad un’altra scuola privata rinomata nella città, si spengono e decidono che la luce dell’infanzia ormai è da archiviare, non fa più per loro.

Prima della maggiore età, prima di sapere che cosa ne sarà della loro vita e del futuro che si prospetta davanti a loro, o di essere semplicemente anche solo più consce di sè stesse, cominciano a prostituirsi. Da marzo del 2013 (la più piccola delle due comincerà a svolgere lo stesso lavoro solo da maggio) fino all’inverno dello stesso anno, le due tirano su un impero basato su nomi fittizi e montagne di banconote, uno stipendio per un lavoro a tempo pieno. Leggi tutto “Le ragazze romane in apnea”

Un tunnel buio che esiste davvero

Le organizzazioni settarie in Italia

di Rebecca Giusti

Alcuni mesi fa lessi un libro intitolato “Nella Setta”. La copertina era sui toni dell’azzurro con il semplice titolo centrale, sembrava uno di quei racconti noiosi dove non succede niente per trecento pagine e quando lo chiudi tiri un sospiro di sollievo, perché dai, ti aspettavi di più dalla trama. Credo che questa sia stata una delle situazioni migliori per affermare con certezza che giudicare i romanzi dalla copertina lo fanno gli stupidi o le ragazzette annoiate (quando mi succede penso di trovarmi sempre in una delle due fasi).

In realtà infatti, il libro era di circa duecento pagine e la storia contenuta all’interno era una delle più rocambolesche che si possano immaginare (Indiana Jones versione articoli d’inchiesta e di denuncia). I due scrittori che hanno lavorato al romanzo per più di un anno hanno condotto ricerche su moltissime sette in Italia, viaggiando dal nord della penisola fino alle zone meridionali. Esponendosi costantemente al pericolo, sono riusciti a penetrare in moltissime di esse come falsi adepti e ad ottenere interviste crude, ma illuminanti, da coloro che sono riusciti ad uscirne, con gravi perdite o in situazioni disastrate. Leggi tutto “Un tunnel buio che esiste davvero”