Tra una pioggia di petali

di Irene Stefanini

   Tra marzo e aprile nel mondo occidentale si festeggia la Pasqua, ma nello stesso periodo dall’altra parte del mondo questa festività è decisamente secondaria in confronto all’Hanami. In Giappone, culturalmente molto legato alle stagioni, il periodo più importante dell’anno è sicuramente la primavera, soprattutto ad Aprile, mese in cui in questo paese avviene la fioritura dei ciliegi, chiamata Hanami 花見. Questa parola è composta da due Kanji (caratteri cinesi) che significano rispettivamente “fiori”(花 hana) e “guardare” (見 mi), e perciò viene tradotta con “osservare i fiori”. Infatti, l’evento tradizionale consiste nell’osservazione e ammirazione della fioritura dei ciliegi, per celebrare e godere della loro bellezza, anche se in realtà spesso è solo una scusa per fare picnic, ritrovarsi e festeggiare insieme.

   L’Hanami è una tradizione con origini molto antiche ma cominciò ad assumere le sembianze a noi conosciute durante il periodo Edo, quando gli abitanti delle città costituivano la forza culturale principale.

   La piena fioritura dei ciliegi dura circa due settimane e tutte le agenzie meteorologiche studiano attentamente questo periodo in modo tale da dare informazioni precise alle persone che così possono organizzarsi per uscite e picnic in mezzo ai Sakura in fiore, e perciò durante questa specie di festività è molto difficile ritrovare un posto tranquillo, poco affollato come tradizione vorrebbe. Questo mese coincide anche con la fine e l’inizio dell’anno scolastico, in linea con l’anno governativo, e quindi fin da piccoli è tradizione festeggiare liberi da compiti e impegni.

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Cambiamo noi, per cambiare il mondo

di Francesco Andolfi*

   Frenesia. Una brama smaniosa e irragionevole. Il suo oggetto? Tutto. È la spada di Damocle che pende sulle teste delle nuove generazioni. È l’erronea consapevolezza del mondo, che chiunque può credere di avere grazie ad internet e che ci lascia in eredità la fame. Quell’avidità nella crescita, quella cupidigia di voler fare tutto, subito.

  Quest’emergenza però ha cambiato qualcosa, perché quella consapevolezza che ci illudevamo di avere del mondo era irreale.  Magari c’è chi ha sempre dato peso ai problemi di chi sta male veramente, ma provarli sulla propria pelle è un’altra cosa. Eppure non è questo che volevamo? Non era essere grandi? Non era fare parte della storia? Non era avere un’idea di cosa accade nel mondo?

   E ora, se crediamo che questo sacrificio di stare in casa possa risolvere tutto, stiamo commettendo nuovamente lo stesso errore, ci stiamo illudendo un’altra volta. Come dopo un terremoto c’è da ricostruire le case, dopo il coronavirus dovremo fare sforzi ben maggiori di quelli che facciamo adesso.

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Ancora sul confine

di Leonardo Martini*

   Trent’anni dopo la caduta del Muro di Berlino la Storia torna di nuovo a correre sui nostri confini. Il contesto è drammaticamente diverso: alle porte degli anni ’90 il Mondo e in particolare l’Occidente sembravano aver trovato la ricetta per la pace, la sicurezza ed il benessere. Oggi ci rendiamo conto che almeno in parte è stata una grande illusione e facciamo i conti con una realtà che qualche mese fa mai avremmo immaginato, una realtà che lasciavamo al passato insieme a guerre e fame. I protagonisti però sono indubbiamente gli stessi, cambiati, con pesi e ruoli diversi ma sempre loro. E tra questi, noi. Sì, perché tra il conservatorismo al cianuro tedesco, la protezione interessata USA e le corti orientali di Russia e Cina (con intensità opposte rispetto alla guerra fredda) niente sembra essere cambiato.  

   Con la Germania, ora come allora, i problemi sono monetari: i tedeschi nei momenti più caldi nell’unione europea a livello finanziario fanno sempre a modo loro. Testardi quanto diligenti nei momenti importanti, per concedere qualcosa agli altri devono sempre avere garanzie e condizioni che in qualche modo li facciano sentire più forti, centrali. Così ad inizio anni ’90 iniziarono le aperture per un sistema monetario europeo, con banca centrale e moneta uniche ma solo come merce di scambio per la riunificazione con la Germania dell’Est. Inoltre, i trattati su cui si posero le basi per il sistema attuale, su tutti Maastricht ’92, furono ad impronta prettamente tedesca: livelli di spesa pubblica molto severi e ruolo della BCE di solo controllo dell’inflazione, incubo tedesco dai tempi pre-Hitleriani. Ed ancora il salvataggio forzato della Grecia, autorizzato da Berlino solo per l’enorme quantità di titoli ellenici nella pancia delle banche tedesche, fu un salvataggio della struttura finanziaria di Germania, Francia e Olanda concesso a condizioni umilianti per Atene.

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Felici in un modo puro

di Costanza Buoni

   Chissà quante volte durante la settimana ci soffermiamo ad immaginare come sarebbe bello avere del tempo libero, oppure a pensare alle moltitudini di lavoretti da finire se solo non dovessimo farne altri più importanti.

   Ecco, il momento è arrivato.

   Il cassetto dei gommini e delle pinze sta aspettando di essere ordinato, la libreria non vede l’ora di essere spolverata e riorganizzata oppure l’ultima anta dell’armadio, quella che ospita vestiti comprati in fretta e furia o addirittura ancora col cartellino, desidererebbe essere considerata di più.

   Dover rimanere rinchiusi in casa non piace a nessuno, specialmente se il sole decide di svegliarsi proprio quando sarebbe meglio rimanesse nascosto dietro qualche nuvola.

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