di Francesco Bertoli
La Scuola Italiana Cani Salvataggio (SICS) è un’organizzazione di volontariato, dedita all’addestramento di unità cinofile per il soccorso nautico. La scuola conta 350 unità cinofile sul suolo nazionale, suddivise a loro volta in varie sezioni regionali, nella sezione di Firenze, che include anche la provincia di La Spezia, sono presenti 90 unità cinofile.
La società venne fondata nel 1988 da Ferruccio Pilenga, attuale presidente dell’organizzazione, che ha sede a Milano. I primi addestramenti si svolsero dapprima sul Lago d’Iseo e sul Lago Moro, entrambi in provincia di Brescia. La tecnica ideata da Pilenga ha subìto negli anni diverse modifiche, e oggi possiamo dire che il metodo educativo della SICS si basa sul rinforzo positivo, ovvero un qualsiasi stimolo, come una piccola ricompensa, che inciterà il cane a ripetere una determinata azione, al punto di renderla naturale come un gioco. Questo metodo instaura nel cane un rapporto di empatia e di fiducia verso il conduttore.
I cani più adatti all’addestramento nautico appartengono a quelle razze considerate “acquatiche”, che sono maggiormente predisposte al nuoto per la caratteristica zampa palmata e la protezione termica della loro pelliccia, tra queste troviamo il Terranova, il Labrador, il Golden Retriever, il cane da acqua Portoghese, ma anche un meticcio può rispondere molto bene. Il cane deve pesare almeno 25 Kg, per avere una corporatura adatta al recupero di una o più persone. La formazione consiste in 2 parti fondamentali: l’addestramento a terra in cui il cane consolida il suo rapporto affettivo e fiduciario con il conduttore, impara a relazionarsi con il resto del gruppo e a lavorare in squadra, attraverso particolari esercizi di obbedienza. La seconda parte dell’addestramento si svolge in acqua, i cani, insieme ai rispettivi conduttori, simulano le diverse situazioni di salvataggio che si possono verificare nella realtà. La singola unità cinofila, detta anche binomio cane-conduttore, è indivisibile, ciò significa che il cane non può seguire l’addestramento o presidiare postazioni di soccorso con una persona differente dal suo rispettivo conduttore. Durante il presidio, che solitamente avviene con la presenza di più unità cinofile, esiste una suddivisione dei compiti per rendere più efficace l’intervento: chi entra in acqua per raggiungere il malcapitato, valuterà le sue condizioni adottando poi il metodo migliore per portarlo a riva, con l’aiuto del cane munito di un’imbracatura galleggiante; quest’ultimo sarà determinante per il risultato del salvataggio in termini di tempo durante la fase di rientro, la potenza di traino del cane è veramente notevole, stringendo fra i denti la corda del baywatch trascinerà a riva la persona in difficoltà. Chi rimane a terra ha il compito di avvisare e di coordinare i soccorsi sanitari, la Guardia Costiera e la Capitaneria di Porto con la quale nel 2015 è stato siglato l’accordo quadro che ha come obiettivo una serie di collaborazioni tra le due organizzazioni.
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