Il mare negli occhi è un poema silenzioso

 

di Alessandro Rosati

La notte è piombata, come una scure, su un giorno lungo. In lontananza lampi illuminano silenziosi tutto attorno. È l’ennesimo temporale in pochi giorni: segno che Estate si sta trascinando stancamente verso il suo epilogo.

Sulle spalle porta un vecchio bagaglio carico di memorie, stipate alla rinfusa nel vano tentativo di non dimenticarne neanche una. Impresa ardua. Sottobraccio, invece, un album di foto. È pieno zeppo di momenti strappati all’oblio della dimenticanza. Ci sono immagini che odorano di alghe spiaggiate, altre lunghe come notti felici e insonni, altre ancora che suonano le onde del mare come arpe invisibili.

Tra tutte ne spunta una, la più bella, riposizionata forse nella fretta. Sembra quasi che lei, Estate, l’abbia guardata un’ultima volta prima di incamminarsi per la sua strada del non ritorno. Bisogna immaginarsela, mentre la rigira tra le dita, la osserva, ci gioca. Pare che non la voglia lasciare andare, come se la volesse bloccare in un presente incerto, piuttosto che in una memoria sicura. Però ci sono storie che valgono l’attimo di un lampo, il tempo di un tramonto, l’infrangersi di un’onda: inutile provare a fermarle. Almeno, così deve aver pensato Estate, abituata com’è alla sua condizione effimera. Così deve aver riflettuto, mentre si decideva a riporre meticolosamente quella foto che adesso spunta dall’album. Leggi tutto “Il mare negli occhi è un poema silenzioso”

Sei mia sorella

di Lisabetta Raffaetà

La panchina su cui stiamo è fredda e scomoda, intorno a noi un materasso di foglie di platano sembra chiamarci a giocare come ormai i grandi non fanno più. Da piccole nel nostro giardino c’era un acero ed in autunno ti rincorrevo sul suo tappeto rosso. I tuoi piedini veloci e inquieti affondavano sulle foglie ormai secche e scricchiolanti sotto il tuo piccolo corpo. Io speravo che ti cedesse una caviglia, che cadessi sbucciandoti le ginocchia. Avevo quattro anni quando sei arrivata e ti sei presa tutto. Mamma, papà, l’altalena, le passeggiate con la nonna, tutto quello che prima era mio.  Sorrido, sono ricordi, ora sono solo lontani ricordi.

Mi giro, ti guardo seduta su questa panchina grigia, in un grigio giorno d’autunno ed anche il tuo volto è grigio, quasi livido direi. Sulle guance scavate dalla vita si incollano ciocche di capelli castani, sfibrati opachi, i tuoi meravigliosi occhi sembrano ora aver persino cambiato colore , non più verdi  ma plumbei , grigi come uno stagno profondo dove anneghi ogni giorno. I tuoi abiti odorano di sudore e tabacco stantio, non hai più voglia di lavarti, lei è tornata …l’angoscia, la morte, l’Alcol… Leggi tutto “Sei mia sorella”

La chiave della speranza

 

di Lisabetta Raffaetà

                                                          

 

A tutti gli uomini, donne e bambini detenuti ingiustamente in luoghi infernali.

Vent’anni sono uno spazio lungo da riempire, come un viaggio in una stanza chiusa dove non c’è mai

giorno o notte ma solo sera, una sera che non finisce mai.

E tu?

Tu sei seduto su una panca di fronte ad una parete e fuori la vita, un fiume in piena che scorre, non aspetta nessuno, ma tu rimani qui, qui dove ti sembra di esser sempre stato.

Le hai provate tutte per andartene. Ogni volta ti hanno ripreso. Leggi tutto “La chiave della speranza”

Urlo

 

di  Lisabetta Raffaetà

Urlo

dove parola non c’è più

Urlo

a chi non vede oltre,

solo caos e resti di morte.

Urlo

col silenzio addosso forte.

Urlo

dove la speranza non ha volo

dove i venti sono solo gelidi

dove i bimbi non hanno canti,

dove i paesi sono solo rovine.

Urlo

a questo presente di solo dolore

Urlo

contro un mondo educato alla guerra,

contro un mondo genuflesso al potere.