La grande empatia del volontariato

di Michele Puccini

Dopo il percorso dei tre incontri sul tema del volontariato che abbiamo affrontato in classe ho deciso di scrivere una riflessione su ciò che questa esperienza mi ha lasciato.

Innanzitutto voglio ringraziare la Professoressa Salvetti che ci ha dato l’opportunità di riflettere sul significato stesso di volontariato e volontario. Ho capito che il volontario non è solo una persona che mette se stesso al servizio degli altri, ma che fa questa attività per arricchire anche se stesso, in quanto il volontariato ti può permettere di entrare davvero in empatia con gli altri, di comprendere davvero quali possono essere situazioni difficili dove è richiesto aiuto e come poter fare qualcosa di concreto per loro.

Ho apprezzato moltissimo uno dei due lavori che abbiamo fatto e che serviva per creare una cosa fondamentale tra i volontari, il lavoro di squadra, dove abbiamo dovuto provare a realizzare una piccola struttura stabile usando il nostro ingegno, congiunti, entro un tempo determinato. Questa attività inoltre ci faceva mettere in campo anche altre qualità necessarie a un gruppo di volontari, come la gestione dello stress, in quanto molte volte ci si può trovare ad affrontare anche situazioni difficili, e la capacità di mettere da parte l’ego per gli altri. Leggi tutto “La grande empatia del volontariato”

Grazie Direttore

di Flavio Cola

È iniziato un nuovo anno, la scuola si è rinnovata; alcune facce nuove si incontrano adesso per i corridoi ed altre che si era soliti incontrare non si vedono più. Persone che in questo momento sono dedite a nuovi impegni e proiettati verso il loro futuro.

È proprio a queste persone che la redazione ed io vogliamo esprimere la nostra gratitudine. Mi riferisco in particolare ai componenti della redazione dei tre anni precedenti, durante i quali LeviaGravia è nata ed è cresciuta fino ad arrivare a ciò che è oggi.

Soltanto tre anni fa un esiguo numero di studenti si incontrò per la prima volta, quasi timidamente, senza saper bene cosa fare, insieme ad un professore, il nostro caro consulente G, e da quell’incontro nacque un progetto concreto. Un progetto che continua a coinvolgere le menti dei nuovi studenti come fece tre anni fa con noi.

LeviaGravia però, non sarebbe esistita se non ci fosse stato, in quell’esiguo numero, Alessandro Rosati, direttore per questi ultimi tre anni. Grazie a lui ed a molti altri, tra i quali mi sembra doveroso ricordare Rebecca Giusti e Alessandro Vannucci, tutti gli studenti del mondo, se lo desiderano, hanno la possibilità di scrivere sul nostro giornale online.

Ma non è solo questo, è la possibilità di esprimersi, di spaziare, attraverso le nostre sezioni, in qualunque campo in cui le parole possano essere d’aiuto e poi, perché no, la possibilità di confrontarsi con quel mondo editoriale che troppo spesso rimane oscuro nei suoi meccanismi.

È anche per questo che è doveroso ringraziare il nostro precedente direttore Alessandro Rosati, augurargli il meglio, e raccogliere la sua eredità.  Ci impegneremo per essere delle guide e dei compagni per chi verrà come i nostri predecessori. Io personalmente mi auguro di essere un direttore propositivo e attento come lo sei stato tu, Alessandro. Quello che posso affermare con sicurezza è che questa redazione continuerà il percorso con curiosità e impegno, orgogliosi di essere parte della redazione di LeviaGrazia.

 

Ad Maturandum: lettera ai 100 giorni

Una lettera di Pino, per tutta la classe V A

100 giorni alla Maturità… M A T U R I T À nemmeno fossimo
albicocche in pieno agosto. Un esame a cui ci prepariamo da soli cinque
anni, la grande prova partorita dalle grandi menti del Ministero
dell’Istruzione! 100 giorni: a malapena 2000 ore, 144000 minuti, 8640000
secondi; per recuperare il programma di un anno, scegliere l’università,
vivere tutta la scuola che ci siamo persi. È solo una questione di numeri.

100 come il numero scritto sul bigliettino che getterò nell’Arno. 100
come le pagine per la verifica di sabato. 100 come le spire di uno stupido
solenoide. 100 come i chilometri fatti a corsa per non perdere quel
maledetto pullman delle 7.19. 100 come le ore di alternanza, che ormai
non serviranno più a niente. 100 come i chilometri tra me e il mio
storico compagno di banco, quando a settembre si sarà trasferito
all’UniBo.

E poi una, nessuna, centomila folli idee per l’anno prossimo.
Forse sarà un nuovo glorioso inizio o semplicemente una brusca fine,
come un’onda che cancella le impronte nella sabbia, come una cimosa
polverosa che strappa via tutti quei preziosi segni dalla lavagna.
Siamo come affacciati sulla cima di un grattacielo, abbiamo fatto tanta
fatica per arrivare dove siamo, scalino dopo scalino, e poi
improvvisamente una scossa di terremoto rischia di far crollare l’intero
edificio. Così ti avvii a passo svelto verso il cartello verde con scritto
exit.

Ma correndo ti chiedi se vale la pena scendere pacatamente le scale
d’emergenza, sembra una decisione razionale, tipo ingegneria o
giurisprudenza, e poi “strappare lungo i bordi” fino a guardare con
sereno distacco il palazzo in lontananza mentre si fa sempre più piccolo
e opaco. Oppure, forse, è meglio lasciarsi crollare tutto addosso,
piuttosto che abbandonare il proprio grattacielo. “Beh ma così
moriresti!”, che nella nostra metafora vorrebbe dire essere un triste disoccupato che nel tempo libero gioca ancora coi Pokemon, e sì: che c’è
di male?

Scendere quelle scale fa tanto paura quanto rimanere immobile durante il
cedimento, non sapere cosa ti aspetta dopo, un futuro buio e fumoso,
dire addio, dire addio ad alta voce fa paura.
Ma sotto sotto, un po’ ci attraggono le scale e il vuoto della caduta,
sedotti dall’ignoto, siamo curiosi, che brutta condanna.
E via, verso questi ultimi 100 giorni, che non aspettano altro che essere
riempiti da sdolcinate speranze, mentre il rombo del terremoto e il
cigolio delle scale d'emergenza ci aspettano.

 

Vallisneri in tautogrammi

di Martino Andreini

 

Tautogramma= composizione costruita con componenti che cominciano, categoricamente, con caratteri coincidenti.

Ambiziosi adolescenti avete ancora accuse appassionate? Andiamo ad additarne alcune…

Ahimè, adesso anche Bindocci, benchè bimbo bianco e bilanciato, blatera di belle e birbanti battaglie bolsceviche, bla bla bla, e bonariamente si beffa dei balordi battibecchi tra gli altri Bronzei Baroni1. Comunque cambiamo cantilena e con considerazioni calugnose cominciamo a cantar colui che col coetaneo Cortese Comunista2 cerca conflitto, cacchio che coesione! Cola che consideri le calzature3 di capitale cospicuità, chissà come coloreremo il cappuccio delle comode camicie… Diamine! Non dimentichiamoci di domandare al DeLuca da quando è diventato dannatamente diligente.

Dunque esordiamo espondendo ed elencando  gli errori dell’entrambe famose femmine che fanno finta di favorire noi giovani giocatori gentili ma governano per gaio guadagno. Gironzolano gallonate e hanno imprecisi incarichi interni, indicativamente importanti e inclini all’inerzia. Insomma indichiamo infine le irose innominate: Lorella, che loda la legge ma lede la libertà, e la sua lussuosa leader, che laggiù lontana litiga e lavora, oh Mencacci. Maria-Rosa, mentre mediti magistrali museruole, miri a mettere una muta mascherina sopra il mondo che me e i miei mortifica.  Ma la Magna Ministra4 mostrò il suo meglio mentre minacciò “La Mia scuola”  in mondovisione5 e le mani di molti maestri non nascondevano nessuna nemesi. Oppure quando osasti osservare che persino i privilegiati professori potevano parimente peccare quando questi resistevano a riconoscere le rigide restrizioni e rigettavano le restanti ridicole responsabilità. Oh Rosaria, rimaneva rassicurante soltanto il sereno sollievo del Santo-Natale quando sorridenti sfoggiavamo spumanti scadenti e strani stuzzichini. Stavolta Supplizio di Tantalo, tutto taceva mentre il tempo dei teneri torroni terminava, da te, tradito. Tagliamo tutta la tediosa telecronaca delle Temute Tiranne e tentiamo di trovare un termine da trattare tutto in “U”, per ultimare questo umoristico usignolo.

Un’unica umana unione urla: l’UDS, che vuole veramente veicolare una vermiglia voce ma in verità vedo velata solo vuota vanità e vano vilipendio.

Và mia volgare zanzara6 e, sugli zaini, zampetta zelante.

  1. I rappresentanti d’istituto.
  2. Paolo Pasqualetti.
  3. Sineddoche di abbigliamento.
  4. La preside.
  5. Riunione meet con tutte le classe del liceo del 22/11/2021.
  6. Questo testo.