“Ho tatuato il numero sul suo braccio sinistro e lei ha tatuato il suo nome nel mio cuore”

di Leonela Zelna

Il tatuatore di Auschwitz è un romanzo di Heather Morris, una scrittrice neozelandese che debuttò proprio con quest’opera. Pubblicò questo libro l’11 gennaio 2018 e iniziò ad avere subito successo. Ad aiutare in questo la scrittrice neozelandese fu proprio Lale, protagonista del libro, che in vari incontri le parlò di lui e Gita.

Lale e Gita sono due ebrei deportati ad Auschwitz nel 1942. Lale è un uomo molto coraggioso e intelligente con caratteristiche da leader infatti grazie al suo carattere riesce ad ottenere il lavoro di “Tatowierer” ossia il tatuatore del campo che lo porta a faticare meno degli altri lavoratori e ad avere alcuni privilegi, come una camera tutta sua. Lale sa che deve lavorare veloce e a testa bassa per non far infuriare le SS, ma detesta tatuare soprattutto donne e bambini perché non vorrebbe causargli dolore, e quando arriva il turno di Gita alza gli occhi e si perde in quelli di lei. Da lì nasce il loro amore, Lale fa di tutto per incontrarla, rischiando pure la sua propria vita. Leggi tutto ““Ho tatuato il numero sul suo braccio sinistro e lei ha tatuato il suo nome nel mio cuore””

Strange Days, The Doors a tutto tondo.

di Greta Federighi

   Strange Days è un album dei Doors pubblicato per la prima volta nel settembre 1967, fu registrato negli studi della Sunset Sound Recorders e prodotto da Paul Rothchild. Ma prima di recensire questa raccolta di brani, introdurrò brevemente questa band: come si può facilmente intuire, è un gruppo originario degli Stati Uniti d’America, precisamente fondato nel 1965 a Venice Beach, Los Angeles, dal cantante e frontman Jim Morrison, dal chitarrista Robby Krieger, dall’organista e tastierista Ray Manzarek, e, infine, dal batterista John Densmore; nella loro carriera sono riusciti intelligentemente a unire blues, jazz e psichedelia, creando suoni più unici che rari e utilizzando effetti sonori letteralmente extraterrestri. Leggi tutto “Strange Days, The Doors a tutto tondo.”

La formazione musicale per un mondo migliore

di Michele Puccini

El Sistema” è un progetto didattico legato alla musica che, in collaborazione con il governo venezuelano, negli anni settanta si propone di aiutare i giovani che vivono nei quartieri più poveri del Paese a sviluppare la loro personalità e a diventare cittadini responsabili offrendo loro opportunità ricreative, sociali ed educative. Il modello venne elaborato da José Antonio Abreu, morto nel 2018.

Ex politico, educatore, musicista, economista e pedagogista, Abreu ha lottato a lungo per combattere fenomeni come la criminalità organizzata e la dipendenza da droghe a livello giovanile nella Nazione, infatti molti ragazzi ed adolescenti, a causa della terribile crisi economica che da anni grava sullo Stato, si sono trovati costretti a stare in un altro tipo di “Sistema”, dove lo spaccio, le attività a stampo mafioso e il commercio di persone sono la normalità.

La Fundación del Estado para el Sistema Nacional de las Orquestas Juveniles e Infantiles de Venezuela è l’organo che si occupa di gestire “El Sistema” e lo ha definito come “un progetto che mira ad organizzare sistematicamente l’educazione musicale ed a promuovere la pratica collettiva della musica attraverso orchestre sinfoniche e cori, come mezzo di organizzazione e sviluppo della comunità”.

L’opportunità di vedere il documentario dovrebbe essere apprezzata da tutti e permette di riflettere su molti temi. In primo luogo fa osservare e capire come la musica possa aiutare nel diventare cittadini attivi attraverso un’adeguata formazione musicale e culturale. Leggi tutto “La formazione musicale per un mondo migliore”

E se in fondo Lucrezio avesse ragione sull’amore?

di Silvia Barsotti

Lucrezio, poeta e filosofo latino, nella sua opera De Rerum Natura parla di molti argomenti, tra cui l’amore. Egli ritiene che nella vita di ogni individuo sia necessario provare piacere, un piacere che però non implichi un dolore fisico o morale come invece accade la maggior parte delle volte. Questo perché la filosofia Epicurea ribadisce che l’uomo non si debba mai allontanare dall’atarassia: uno stato di perfetta tranquillità e serenità.

Questo vale anche nell’ambito amoroso: dobbiamo cercare di non permettere a nessuno di costituire un vincolo per noi stessi e soprattutto non bisogna mai far dipendere la nostra felicità da un’altra persona. Nel suo testo Lucrezio dice che siamo soliti essere attratti da ciò che ci uccide, questo perché tutto ciò che rappresenta un’attrazione, da parte nostra, rappresenta allo stesso tempo una debolezza, qualcosa che può privarci della nostra libertà individuale, così ricercata dagli Epicurei. Leggi tutto “E se in fondo Lucrezio avesse ragione sull’amore?”