Qualche ricetta per conquistare la felicità

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Ovvero, i suggerimenti di Bertrand Russell per liberarsi dell’infelicità

di Chiara Bertani

   Bertrand Russell (1872-1970) fu matematico, filosofo, uno dei più grandi esponenti del pacifismo del ventesimo secolo e vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1950. Uno dei suoi scritti più importanti è La conquista della felicità (trad. it TEA libri, 2018), che ha lo scopo di aiutare i lettori a liberarsi della loro infelicità. Infatti Bertrand Russell sa benissimo che per raggiungere la felicità bisogna fare molti sforzi, superare le difficoltà e le sofferenze che costantemente ci assalgono, e che solo in seguito ad una dura lotta potremmo raggiungere la felicità.

Perciò, nella prima parte del libro ha individuato otto cause d’infelicità, con la speranza che i lettori trovino diagnosticato il loro caso e seguano le sue “ricette” per il raggiungimento della felicità, basate sull’esperienza e sull’osservazione diretta.

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Morte chiama, chi più ama

Immagine di George du Maurier su Wikimedia Commons. Dominio Pubblico

Storia di un amore impossibile

di Isotta Iorio

“Perché a qualsiasi altro racconto preferiamo quello d’un amore impossibile? proprio perché ci piace bruciare ed essere coscienti di ciò che brucia in noi”. Questa citazione riassume il contenuto del mito di Tristano e Isotta, basato su una passione ardente e incessante, che lega i due amanti anche dopo la morte.

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Non avere paura ed essere felici

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La ricetta epicurea per la felicità è ancora valida?

di Alice Mazzoncini

  “Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell’animo nostro”. Così comincia la Lettera sulla felicità, originariamente conservata da Diogene Laerzio con il titolo di Lettera a Meneceo, dove Epicuro invita il destinatario, ovvero il suo discepolo, a riflettere su alcuni temi filosofici e ad attuarli nella quotidianità: la propensione alla felicità, l’esistenza degli dèi, la ricerca del piacere e la sopportazione del dolore sono temi interconnessi e giungono tutti al concetto di morte, “il più atroce di tutti i mali”, poiché la sua presenza implica la nostra assenza.

  Lo scopo della felicità, dice Epicuro, è quello di liberare l’uomo da ciò che impedisce il raggiungimento di questa. Poi ci invita a conoscere le cose che fanno la felicità affinché si possa vivere una vita serena.

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E se l’inutile fosse più utile dell’utile?

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Come spezzare, in maniera un po’ generica, una lancia a favore dell’inutile

di Nello Benassi

La nostra è una società in cui l’utile ha la meglio sull’inutile. Questo è il problema che Nuccio Ordine, professore ordinario di letteratura italiana presso l’Università della Calabria e famoso studioso di Giordano Bruno e del Rinascimento, mette in luce fin dall’inizio del testo. L’autore, attraverso questo manifesto, sente l’esigenza di far emergere nel lettore la consapevolezza su una verità che sta scomparendo: a cosa serve l’inutile? Un inutile che va interpretato come tutte quelle attività che non possono recarci un profitto immediato quali la filosofia, la letteratura e in generale la cultura fine a se stessa, il semplice desiderio di sapere. Il testo si apre con una lunga introduzione con cui Ordine, partendo da un excursus sulla crisi economica del 2007, cerca di identificare le cause e gli esempi più lampanti dell’impronta sempre più utilitaristica che domina il XXI secolo.

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