Di Alessandro Rosati
Nel mondo del calcio i club si trovano spesso a dover far fronte al problema del ricambio generazionale. Le prestazioni dei giocatori titolari vanno inevitabilmente calando con il passare degli anni e le società si mobilitano per trovare un giovane sostituto che sia pronto nel momento in cui il collega più “vecchio” non sia più utile alla causa, o comunque decida di appendere gli scarpini al chiodo. In Italia la questione ha preso banco soprattutto dopo l’esclusione della Nazionale dal Mondiale 2018, quando gli Azzurri (età media dei titolari 29,8 anni) furono sconfitti nel doppio confronto con la Svezia. Con l’arrivo del CT Roberto Mancini sono arrivati un vento di novità e, soprattutto, un cambio di mentalità. Lo dimostra il caso di Zaniolo, arrivato alla Roma come contropartita nell’affare Nainngolan, fatto esordire con il Real Madrid al Bernabeu (all’età di 19 anni) e che adesso è un caposaldo della compagine giallorossa, infortunio a parte. Lo dimostra l’Inter, che in totale ha speso quasi 80 mln per l’acquisto di Sensi e Barella, rispettivamente di 24 e 22 anni. E ancora Tonali, classe 2000 e titolare al Brescia da due stagioni. E poi Esposito, Kean e chi più ne ha più ne metta.
A tal proposito il Corriere della Sera ha pubblicato una statistica riguardante i bomber Under-21 e quelli Over-33. I dati mettono a confronto i goal segnati nei top 5 campionati europei (Premier League, Serie A, La Liga, Bundesliga, Ligue 1) da giocatori con meno di 21 anni con quelli messi a segno da quelli invece con età superiore ai 33.
Al primo posto in questa speciale classifica c’è la Bundesliga, con gli U-21 che hanno messo la loro firma sul match per ben 34 volte, contro i 9 dei colleghi più grandi. Non devono stupire certi dati: circa la metà delle reti sono state realizzate dalla coppia classe 2000 Sancho-Haaland, con il secondo già a quota 5 goal in appena 60 minuti giocati.
A seguire troviamo la Serie A, dove le marcature “giovani” per così dire sono 30, ma gli Over 33 raggiungono quota 70, più del doppio. Facile spiegare questa differenza abissale. Facile, sì, basta fare tre nomi: Ronaldo, Dzeko, Quagliarella. Bomber immortali, 30 reti in tre. Dall’altra parte troviamo i baby-prodigi, guidati da Kulusevski, Vlahovic e dal già citato Zaniolo.
Al terzo posto ecco la Ligue 1, il campionato francese. I giocatori U-21 regnano con 27 goal a fronte dei 16 degli Over-33. A guidare la classifica dei più giovani c’è Osimhen del Lille e, ovviamente, l’immancabile Kylian Mbappé.
Numeri simili per quanto riguarda le nuove promesse anche ne La Liga: sono solo 5 le reti siglate in meno. Situazione totalmente diversa per i più grandi, dove i goal ammontano a 55.
All’ultima posizione un insospettabile: la Premier League. Il campionato inglese viene spesso definito come il migliore al mondo, eppure soltanto 18 volte gli U-21 hanno aggiornato il tabellino marcatori, contro le 25 dei colleghi Over-33. Dati simili testimoniano sicuramente una grandissima presenza di giocatori d’età intermedia, sicuramente più pronti fisicamente e psicologicamente di un ragazzo, ma anche in grado di fornire prestazioni migliori di un calciatore di qualche anno più grande.
Le differenze tra i campionati analizzati sono notevoli, ma ognuno ha un coefficiente di difficoltà diverso. Certamente gli addetti ai lavori hanno meno responsabilità nel lanciare un giovane in una competizione dove gli scontri diretti o i match di cartello sono ridotti al minimo, ma la storia del calcio moderno ci insegna che il talento, se c’è, non conosce età.