Fino a
quando la mia stella brillerà, il libro autobiografico della senatrice
Liliana Segre, mi è finito per le mani quasi per caso, ma dopo averlo iniziato
non sono più riuscita a smettere e l’ho letto tutto di un fiato. Il periodo
storico vissuto e raccontato dalla Segre purtroppo è tristemente noto alla
maggior parte delle persone ma la scrittrice, parlandone da testimone vivente,
è riuscita a raccontarlo in maniera toccante e soprattutto mai banale, rendendo
le emozioni provate il più possibile percepibili al lettore. Emozioni
percepite da innocenti vittime che sono state perseguitate soprattutto per il
semplice fatto di essere ebree, anche quando non sapevano di esserlo, come
racconta Liliana “Io non sapevo neppure di essere ebrea fino a quando non erano
venute fuori queste stupide regole. Io sono italiana.”
I fatti accaduti ad Hong Kong a partire dal giugno 2019 sono l’ennesima
dimostrazione di quanto sia difficile, in certi stati, avere una forma di
democrazia. I manifestanti vogliono proteggere i diritti concessi loro dal
trattato tra Cina e Regno Unito, stipulato alla fine del ventesimo secolo. Il
polo commerciale cinese, infatti, è stato per molti anni sotto il controllo
inglese come colonia. Per questo motivo, la regione di Hong Kong ha accesso a
certe forme di libertà ed autonomia grazie al suo statuto
speciale che l’attuale governo cinese vuole ridurre: così, una delle
cause scatenanti della protesta è stata la volontà della Cina di introdurre la legge sull’estradizione.
Questo provvedimento ha suscitato una sollevazione popolare all’interno
dell’ex colonia britannica perché qui hanno trovato riparo gran parte dei
perseguitati politici del governo cinese.
Un libro di Marc Augé per
capire di cosa abbiamo paura
di Rugiada Menconi
Nel libro Le nuove paure Marc Augé descrive il clima di angoscia e
inquietudine che lui definisce una “paura collettiva”, clima che caratterizza
l’epoca moderna e che è ormai diffuso in tutto il mondo. L’autore prende in
esame diversi tipi di paure, soffermandosi sulle cause da cui scaturiscono e
sugli effetti che producono. L’obiettivo principale del libro è quello di
aiutare il lettore a razionalizzare la paura in modo da riuscire a
controllarla, conoscendone l’origine e le conseguenze.
Augé divide le paure in cinque categorie:
paura economica, paura sociale, paura politica, paura tecnologica e paura
naturale. Tutte sono caratteristiche di settori diversi, per esempio quella
economica si presenta soprattutto all’interno dell’impresa, spaventando i
lavoratori più deboli; quella politica invece terrorizza nazioni intere, e ne è
un rappresentante più che emblematico il terrorismo; quella naturale invece
intimorisce gli abitanti delle zone geografiche più soggette a catastrofi
naturali. Ma secondo Augé c’è una cosa che accomuna tutte le diverse sfumature
di queste situazioni e che crea quella concatenazione di paure che ci rendono
così angosciati e sospettosi: il live,
la diretta, quella cosa che da una parte ci permette di essere continuamente
aggiornati su ciò che accade nel mondo, ma che, dall’altra, crea un clima di
inquietudine e di paura collettivi. Infatti, le brutte notizie che ci vengono
quotidianamente rigurgitate addosso da televisioni, computer, giornali, radio e
cellulari ci fanno pensare che tutte queste vicende negative siano collegate
fra loro e che siano inevitabili.
E quindi in
difesa della libertà di pensiero e di religione
di Matteo
Pierini
Nel “dialogo tra un sano e un moribondo” si presenta un episodio pressoché insolito: un moribondo prossimo alla sua morte viene continuamente disturbato dalla presenza di un barbaro cristiano, l’intollerante vuole costringere il poveretto a firmare una petizione per ottenere un buon canonicato con la forza. Il morente, in preda all’agonia, sofferente e pure minacciato, riesce ad opporsi al volere dell’oppressore con le poche energie che gli sono rimaste, scatenando l’ira del cristiano che firmerà falsificando la firma sul documento.