di Francesco Andolfi*
Frenesia. Una brama smaniosa e irragionevole. Il suo oggetto? Tutto. È la spada di Damocle che pende sulle teste delle nuove generazioni. È l’erronea consapevolezza del mondo, che chiunque può credere di avere grazie ad internet e che ci lascia in eredità la fame. Quell’avidità nella crescita, quella cupidigia di voler fare tutto, subito.
Quest’emergenza però ha cambiato qualcosa, perché quella consapevolezza che ci illudevamo di avere del mondo era irreale. Magari c’è chi ha sempre dato peso ai problemi di chi sta male veramente, ma provarli sulla propria pelle è un’altra cosa. Eppure non è questo che volevamo? Non era essere grandi? Non era fare parte della storia? Non era avere un’idea di cosa accade nel mondo?
E ora, se crediamo che questo sacrificio di stare in casa possa risolvere tutto, stiamo commettendo nuovamente lo stesso errore, ci stiamo illudendo un’altra volta. Come dopo un terremoto c’è da ricostruire le case, dopo il coronavirus dovremo fare sforzi ben maggiori di quelli che facciamo adesso.
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