Una lieve pioggerella di brina

Foto e testo di Eleonora Rugani

Una fotografia per me? L’arresto del cuore per una frazione di secondo, ciò che esprime le nostre emozioni e i nostri sentimenti catturando l’essenziale che passa inosservato. Mi capita spesso di riguardare foto del passato e noto come anche la stessa sia diversa semplicemente se scattata con una leggera inclinazione. Scattando una fotografia riesco ad esprimere il modo in cui vedo ciò che mi circonda e riesco a raccontare attraverso i miei occhi tutto ciò che mi piace, mi stupisce e mi emoziona. 

Una giornata di pioggia per molti può essere negativa, non permette di stare con gli amici, di fare una passeggiata o un giro in bici per prendere una boccata d’aria e riesce a condizionare lo stato d’animo di alcune persone. Personalmente non adoro quelle tempeste che ti bloccano in casa e rischiano di rovinare qualcosa, ma amo quando comincia a scendere quella lieve pioggerellina che si deposita sulle foglie e sui fiori formando piccole goccioline. 

Niente di più

Foto e testo di Martina Pasquinelli

Ho visto l’amore in un gesto banale e me ne sono innamorata.

Sul treno sono rimasta affascinata da questa coppia padre-figlia in viaggio per raggiungere la madre. Un padre giovane, avrà sui 35, media statura e dei grandi occhi verdi che continuavano ad ammirare la sua bimba di circa 6 anni, direi.

Mentre mi legavo i capelli la bimba mi ha guardata ed ha subito chiesto al papà di farle una coda di cavallo. Pochi secondi dopo ho visto cos’è l’amore in un piccolo gesto. Ho potuto ammirare un uomo impacciato legarsi un elastico intorno alle proprie dita per circa 6 volte, accarezzare il viso alla piccola per poi tornare a sfare l’ennesimo nodo che le aveva appena creato nei capelli. Un momento banale lo so bene, che però mi ha incantata e mi ha portata a sognare di tornare bambina, a quando niente necessitava una spiegazione  e mi sentivo incondizionatamente amata e al sicuro,  niente di più.

La categoria è: vivi, sfoggia, posa!

di Nello Benassi

“Vivi, sfoggia, posa” esclama la voce di Billy Porter nella sigla della serie tv ‘Pose’, che ha fatto il suo debutto il 3 giugno 2018 sull’emittente statunitense Fx. Prima ancora di essere frutto della penna di Rhyan Murphy, il re Mida della televisione americana, la serie nasce da un vecchio documentario. Bastano poche ricerche in rete per trovarlo: si chiama ‘Paris is burning’ di Jennie Linvingstone ed è una perla rara di realismo.

La serie ci teletrasporta nel tempo e nello spazio: sono gli anni ‘80 e ci troviamo nel quartiere Harlem di New York. Quando lo scontro razziale era al suo picco massimo e all’orizzonte si sentiva il profumo della rivoluzione che avrebbe travolto la nazione all’alba del nuovo secolo. 

Nella città che non dorme mai non c’era spazio alla luce del sole per le minoranze. Essere neri, ispanici, omosessuali, drag o transgender significava avere una vita tutt’altro che facile.

L’unico posto in cui queste persone potevano brillare e illuminare quell’oscurità a cui erano stati costretti dalla società erano le cosiddette ‘ball room’: piste da ballo in cui le persone, raggruppate in house (famiglie), si sfidavano partecipando alle ball (competizioni) suddivise in categorie. In mancanza di un affetto genitoriale sul quale contare a causa dell’affermata omosessualità, quella house diventa per molti l’unica casa dove sentirsi amati, rispettati e al sicuro. Sarà proprio questo il motivo che nella serie spingerà Blanca, una donna trans di origini ispaniche, a creare la propria ‘house’ con l’intento di salvare i giovani abbandonati a se stessi e dar loro la speranza di un futuro. 

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La luna e Trevi

La fontana in piena notte

Di Alessandro Rosati

La Fontana de Trevi de notte c’ha un non so che de magico. Anzi pure de giorno, a tutte l’ore. 

⠀Eppure de notte mette quella sensazione d’agitazione che t’arivorta dentro, in senso bono per carità. 

⠀Sarà pe l’acqua che score perenne, che si ce pensi nun s’è mai fermata, che c’era prima, ce sta adesso e ce starà sempre (se spera). 

⠀Sarà che ‘e luci la fanno risaltà in mezzo ar buio de via Poli e pare più imponente che de giorno. 

⠀O sarà che ‘a statua de Oceano che esce dar travertino zuppo e fracico te fa sentì piccolo e insignificante de fronte a tanta potenza, che pari un puntino perso ner bianco immenso der marmo. 

⠀Po’ esse anche che è carica, zuppa come er travertino, de storia. 

⠀Po’ esse pure ‘a mano de Leon Battista Alberti, che, poco, ma c’ha messo der suo. 

Io nun lo so che c’ha sta fontana, so solo che pure ‘a luna, a confronto, s’arangia pe diventà più bella, ma nun ce riesce.