All’origine della sapienza, l’enigma2 min read

di Margherita Del Debbio

La nascita della filosofia è un libro scritto da Giorgio Colli ed è composto da nove capitoli che trattano argomenti come «enigma», «agonismo», «dialettica», «retorica» e «scrittura». Appena l’ho preso in mano mi sono stupita per come questo libro piccolo e snello (un centinaio di pagine), che non corrisponde alla normale idea dei libri filosofici, complessi e voluminosi, potesse trattare un argomento tanto vasto e complesso.

L’autore, uno dei maggiori studiosi di filosofia antica del 900, inizia affermando: “le origini della filosofia greca, e quindi dell’intero pensiero occidentale, sono misteriose”.  Colli definisce la filosofia come “amore della sapienza”. Essa è legata all’esistenza dei “sapienti”, i quali hanno il compito di “sciogliere i nodi e gettare luce nell’oscurità”. Con il termine ‘’nodo’’ si intende l’enigma, una sfida mortale per qualsiasi sapiente che, se non veniva decifrato, diveniva causa della propria morte; come per Omero che, incapace di risolvere l’enigma posto da dei pescatori sull’isola di Io, morì per lo scoramento.

Nel tentativo da parte dell’uomo di sciogliere l’enigma nasce il pensiero filosofico. Colli, seguendo l’interpretazione di Nietzsche, per spiegare l’origine della sapienza parte da due Dei greci, Apollo e Dioniso, mettendoli in contrapposizione ed elencando i rispettivi tratti caratteristici; ma si serve anche dei racconti antichi a loro legati, come il mito di Arianna, l’unica donna legata a Dioniso, la quale rappresenta una duplice natura (umana e divina) o delle vicende all’inizio dell’Iliade, quando viene presentato Apollo e gli aspetti della sua duplice figura.

L’autore, dopo aver spiegato l’inadeguatezza di Dioniso, e la sua crudeltà, come signore della sapienza si rivolge ad Apollo e ne descrive le due facce: “colui che distrugge”, con il suo arco o con il veleno, e “colui che crea bellezza e armonia”, con la sua lira, inventando melodie.

Dopo questo passaggio arriva alla conclusione che è ad Apollo, il Dio legato alla follia e alla mania, a cui va attribuito il dominio della sapienza grazie anche al suo connettersi ad essa; infatti il titolo del primo capitolo è “la follia è la fonte dalla sapienza”, un concetto che viene ripreso anche da Socrate nel Fedro platonico

Per Colli quindi la sapienza è più importante della filosofia stessa, visto che “l’amore della sapienza” sta più in basso della “sapienza”, la quale, citando le parole di Platone, non acquisiamo, ma recuperiamo. Ciò lo ritroviamo anche nella definizione di filosofia: non solo una ricerca del sapere, ma anche un nostalgico guardarsi indietro verso una sapienza perduta.

Infine vorrei concludere con una citazione, che l’autore mette all’inizio del libro:

“…il re del tempio,

Apollo l’obliquo,

coglie la visione

attraverso il più diritto

dei confidenti, l’occhiata

che conosce ogni cosa.

Le menzogne lui non afferra,

né dio né uomo lo inganna

con opere o con disegni”.

 

Giorgio Colli, La nascita della filosofia, Adelphi, Milano, 1975.

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