di Alessandro Vannucci
Il 23 Maggio scorso un aereo civile è stato fermato dall’aviazione bielorussa con la scusa della presenza di una bomba a bordo. L’aereo era partito da Atene e doveva atterrare a Vilnius in Lituania, mentre sorvolava i cieli bielorussi é stato affiancato da un caccia dell’omonimo paese il quale ha intimato ai piloti di atterrare.
Una volta scesi a terra, la polizia ha effettuato delle perquisizioni, che come si sospettava si sono dimostrate una scusa per arrestare un dissidente politico, Roman Potrasevich, un ex collaboratore di Nexta, il canale Telegram che ha più volte criticato il presidente Lukashenko.
Proprio per le sue posizioni politiche, il blogger è stato definito dal presidente una minaccia per l’aviazione civile internazionale. L’episodio ha dato origine ad una escalation di molteplici reazioni del mondo politico bielorusso e internazionale. I vertici dell’Unione europea hanno definito l’episodio inaccettabile, chiedendo l’immediato rilascio del blogger 26enne; sempre l’Unione ha bloccato l’arrivo di 3 miliardi di euro in aiuti al regime e ha dichiarato la Bielorussia come No Fly Zone, impedendo da ora in avanti il traffico aereo con gli altri stati del continente.
L’accaduto è stato aspramente criticato anche dall’inquilino della Casa Bianca, il quale ha chiesto, come i suoi omologhi europei, l’immediata liberazione del giovane. L’episodio è a dire poco grave, questo lo sappiamo bene, però ci deve davvero fare riflettere sull’attuale situazione internazionale.
É sotto gli occhi tutti che i confini della democrazia, in Europa e nel mondo, stanno indietreggiando, lasciando spazio a regimi totalitari che comprimono le libertà fondamentali.
Lukashenko ha osato fermare quell’aereo soltanto perché il suo ‘governo’ è sostenuto dal presidente russo Putin, il quale dimostra sempre più di non conoscere il significato di libertà fondamentali e diritti umani. Uomini come Putin e Lukashenko sono tiranni, non hanno dei valori e tanto meno delle virtù che li rispecchiano, sono ‘persone’ che hanno sfruttato condizioni di povertà e di caos per affermarsi in modo solo in apparenza legittimo sui più deboli e una volta saliti al potere hanno fomentato politiche d’odio nei confronti degli stati che oggi sono i baluardi della democrazia. L’occidente come noi lo conosciamo è in pericolo: questi ‘presidenti-tiranni’ si accaniscono contro le libertà e avversano la nostra cultura, perché rappresenta la libertà. I dittatori odierni non sono la voce di nessuno e anche se lo fossero non sarebbe di certo quella della maggioranza nella loro nazione.
Le democrazie devono reagire e dimostrare che la violenza, la tirannia e la furia omicida non possono fermare la libertà sognata da milioni di persone. Noi europei per primi, data la nostra storia, non possiamo smettere di credere nello sviluppo democratico a livello globale, che, attenzione, non significa sviluppo tecnologico ed economico, ma libertà in ogni stato, povero o ricco che sia.
Sarà, infatti, grazie a queste libertà che potremo, poi, migliorare la vita nelle rispettive nazioni, ma tutto questo non può accadere se lasciamo a capo per decenni personaggi che non curano minimamente l’interesse nazionale. Non possiamo pretendere di risolvere questioni come l’immigrazione irregolare o conflitti civili e internazionali se non fermiamo i regimi che sono causa di tutto ciò.
L’occidente deve dimostrare, soprattutto adesso, che gli ideali di libertà, perno attorno a cui si sviluppa la nostra mentalità democratica, sono più vivi che mai, nelle nostre menti, nei nostri animi e nelle nostre azioni. Quelle stesse virtù nelle quali credevamo quando abbiamo combattuto i nostri i dittatori, i quali sono tornati sotto nuovi volti, bandiere e ideologie, ma sempre con lo stesso obbiettivo: privarci della libertà.