Di Alessandro Rosati
Tutto è cominciato da un fischio deciso, quasi allegro e diretto. Tutto è cominciato quando gli Italiani si sono seduti comodamente in una poltroncina di un cinema per vedere nelle sale il faccione di Clint Eastwood, alla sua prima grande esperienza da protagonista.
Era il 1964. Il film? Per un pugno di dollari. In sottofondo, ad accompagnare il capolavoro di Sergio Leone, un fischio appunto, una colonna sonora destinata ad entrare nella storia.
Quella musica era scritta da un compositore emergente, che negli anni precedenti aveva arrangiato alcuni brani che spopolavano nella Penisola, da “Abbronzatissima” a “Se telefonando” di Mina.
Parliamo ovviamente di Ennio Morricone.
A 91 anni il musicista si è spento all’alba, in una clinica di Roma, dopo che una caduta gli aveva causato la rottura del femore.
Potremmo iniziare a raccontare proprio dalla Città Eterna: un filo conduttore che lo lega inevitabilmente al compagno di scuola e successivamente collaboratore Sergio Leone.
Il successo di Morricone passa proprio da qui, da Cinecittà e dall’amico di una vita. Una marea di film e le due Trilogie del “Dollaro” e del “Tempo”, accompagnate immancabilmente dalle musiche del Maestro Ennio. Capolavori che non sarebbero stati tanto importanti senza le loro colonne sonore, legati indissolubilmente al nome dei loro autori.
Tre, forse quattro generazioni sono cresciute accompagnate da quei suoni inconfondibilo e geniali. Sì perché Ennio Morricone era anche e soprattutto questo: un genio.
Il coinvolgimento che era in grado di trasmettere non ha forse eguali nella storia della cinematografia. Semplice, ma potente; solenne, ma quasi amichevole; delicato, ma anche ironico. Tutto ciò ha reso Morricone famoso agli occhi di tutto il mondo, che oggi purtroppo ne piange unanime la scomparsa.
Mai banale, sempre umile, anche nel momento più difficile della sua vita. Ha deciso di scrivere il proprio necrologio, che uscirà domani sui quotidiani. I funerali avverranno in forma privata, perché semplicemente “non vuole disturbare”.
“Spero che comprendano quanto li ho amati” scrive in riferimento ai figli. E noi che restiamo abbiamo amato forse il più grande musicista del secolo scorso. E se veramente è stato il più grande, ce lo diranno i posteri, perché come disse lo stesso Morricone “fra 100 anni, se vorranno capire come eravamo, è proprio grazie alla musica da film che lo scopriranno”.
E infatti se ascolteranno la sua musica, sicuramente lo sapranno.
Addio Maestro