di Irene Stefanini
L’avvento della nuova rete telefonica farà cambiare le abitudini televisive agli italiani. Con le innovazioni nel settore elettronico i telefoni di ultima generazione avranno una nuova rete, la 5th Generation (conosciuta come 5G), che andrà a sostituire le vecchie. Gli smartphone con il 5G non solo avranno una connessione nettamente più veloce e captabile, ma in più potranno usufruire di molti servizi che fino ad ora erano solamente riservati ad altri apparecchi tecnologici.
Avendo una latenza (cioè il tempo che impiega una macchina a eseguire un comando) bassa e una banda (la trasmissione dei dati attraverso gli apparecchi elettronici) molto alta, il 5G sarà preferibile alla ADSL e alla FIBRA. Grazie alla capacità di questa rete di essere veloce ed efficiente, di supportare molte connessioni simultanee e di coprire molte aree con meno ripetitori, nei prossimi anni non ci sarà più bisogno di essere costantemente collegati a modem o a reti wi-fi poiché la connessione sarà diffusa in modo capillare in tutte le parti del mondo.
Queste nuova rete però non riguarderà solo gli apparecchi elettronici personali ma anche le grandi aziende, le compagnie e le imprese potranno usufruirne: pure le automobili potranno essere connesse e sarà possibile persino la realtà virtuale.
Tuttavia, il grande potenziale del 5G potrebbe anche comportare rischi per la privacy poiché, con la connessione simultanea degli apparecchi, per i cracker di attività illecite e illegali, come per gli altri utenti, sarà molto più immediato e facile accedere nella rete e a tutti i dati che contiene.
L’esordio ufficiale del 5G è previsto nel 2020 anche se, com’è normale che sia, la diffusione non avverrà immediatamente. In Italia si prevede sia che la vecchia rete rimarrà primaria fino al 2021, sia che entro il 2025 il 5G si diffonderà per il 30% circa della superficie europea e che comunque occuperà circa il 15% delle connessioni globali.
La paura delle autorità è anche l’isolamento che potrebbe colpire alcune zone più remote; si teme, infatti, che l’arrivo di questa nuova rete comporterrà una maggiore disparità tra le aree più connesse e urbanizzate e quelle più isolate. Inoltre, avendo come le reti precedenti diversi spettri di bande a seconda dello stato, non è detto che tutti gli smartphone saranno capaci di captarle correttamente fin da subito e quindi non permetteranno la connessione tra vari stati.
Tra settembre e ottobre 2018 le diverse bande di frequenza (700 MHz FFD, 3.700 MHz e 26 GHz) sono state contese tra le varie compagnie di telecomunicazioni. In quest’asta però non è stato considerato che alcune di queste frequenze fossero già occupate. Infatti il digitale terrestre usufruiva di alcune di queste frequenze. Molte compagnie televisive hanno giocato d’anticipo, cominciando a produrre televisori che, attraverso un aggiornamento, saranno capaci di tramettete con la tecnologia DVB-T2, una versione migliorata della precedente rete standard della trasmissione del digitale terrestre, capace di propagarsi in modo più capillare e con meno ripetitori.
Se il televisore è compatibile con la nuova tecnologia per poter guardare il digitale terrestre sarà necessario semplicemente ri-sintonizzare i canali; nel caso il televisore o il modem fosse di vecchia generazione invece che dover comprare una nuova TV, come è stato tanto pubblicizzato, basterà dotarsi di un nuovo decoder che sia compatibile con la DVB-T2.
In Italia il cambio di tecnologia avverrà dal 2020 al 2021, ma non nello stesso momento in tutte le regioni: le prime saranno Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Sardegna. Inoltre lo Stato prevederebbe di dare al cittadino un contributo al momento dell’acquisto del nuovo decoder o televisore.