La nascosta utilità del dolore3 min read

La nascosta utilità del dolore

di Isabel Bianchi

Quante sensazioni vertiginose “divorano” gli animi degli uomini, infatti ognuno di noi, in ogni istante, prova un sentimento, bello o brutto che esso sia. In ambito psicologico sono sette le sensazioni definite “primarie”: rabbia, felicità, tristezza, paura, disgusto, disprezzo, sorpresa; anche se è necessario dire che ci sono pareri discordanti sulla gerarchia delle emozioni, infatti alcuni studiosi definiscono “sensazioni primarie” otto istanze, altri addirittura quindici. Sono sempre stata affascinata dall’importanza delle emozioni che noi esseri umani proviamo, insomma pensiamoci bene, ogni minimo istante della nostra esistenza è guidato da ciò che proviamo: sono felice? Salto e ballo per tutta la casa; sono arrabbiata? Vado a fare una passeggiata per calmarmi; ho paura? Cerco di uscire dalla brutta situazione in cui mi trovo; sono sorpresa? Sul mio viso si genera una smorfia di stupore mista a divertimento. Indubbiamente le emozioni sono il cocchiere della carrozza della nostra vita, mentre noi siamo i cavalli, i quali sono costantemente e incessantemente guidati in ogni scelta dal loro vetturino. 

Tuttavia credo che esista una sensazione di cui non si parla quasi mai, nonostante sia una compagna fedele della vita di tutti, ossia il dolore. Non mi riferisco al dolore fisico, quello che si prova rompendosi il braccio in una brutta caduta in bici o sbattendo il mignolo del piede colpendo la libreria, mi riferisco al dolore emotivo, ossia una sofferenza interiore, tante volte non visibile dall’esterno, causata da un avvenimento che ci ha segnato nel profondo e che ha scavato nelle viscere della nostra anima, fino quasi a farci mancare il respiro; ciascuno di noi, almeno una volta, è stato messo al tappeto dal dolore scaturito da una personale esperienza tragica.

Credo che tutti siano portati a inserire inconsciamente il dolore fra le emozioni “negative”, ossia fra quelle sensazioni temute e spaventose, di cui faremmo molto volentieri anche a meno, perché, diciamolo chiaramente, chi è che vuole soffrire? Ciò nonostante, a discapito di quello che è il “luogo comune sul dolore”, vorrei proporre una riflessione sul dolore emotivo e in particolare su quelli che, molto superficialmente, si possono definire i suoi “benefici”. Ho iniziato a scrutare il dolore da un’altra prospettiva dopo una delle mie solite “scampagnate” in libreria, mentre ero alla ricerca del prossimo libro da assaporare, ho intravisto un romanzo di cui avevo già sentito parlare e che ha catturato subito la mia attenzione per il titolo così particolare e intrigante: “Un giorno questo dolore ti sarà utile” di Peter Cameron. E’ incredibile come a volte una semplice e breve frase possa colpirti così nel profondo e farti riflettere.

Quello che voglio dire è che se ci pensiamo bene, il dolore è la sensazione più costruttiva che possiamo provare, poiché, il dolore vero, quello che, come ho detto prima, solca le nostre sfaccettature più intime e fragili, rimane incollato a noi e ci fortifica come nessuna emozione può fare. Attenzione però, con queste parole non voglio proporre una sorta di “inno al dolore”, sono pienamente consapevole che non è una bella cosa stare male per qualcuno o per qualcosa, tuttavia voglio mettere in evidenza il fatto che una sensazione così oscura come il dolore, la quale quando vive dentro di noi sembra risucchiare tutte le nostre forze, se vista con occhi diversi, tempra il nostro animo: succede un avvenimento tragico nella nostra vita, il dolore prende il sopravvento in noi, ma con il passare del tempo questo attutisce  e, piano piano, torniamo a sorridere. Il dolore causato da quella vicenda non sparirà mai del tutto, poiché siamo esseri umani e viviamo di ricordi, ma con il passare del tempo alla sofferenza si unirà qualcos’altro di più potente e significativo, ossia la forza di esseri andati oltre quel dolore e, credetemi, non c’è sensazione più bella.

Proprio come ha scritto Cameron nel suo libro, il dolore che proviamo non è mai vano e non si esaurisce in se stesso, il dolore che proviamo è solo il principio di qualcosa di più vigoroso

Il dolore, anche se sembra un paradosso, è l’emozione più utile che possiamo provare.

 

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