di Costanza Russo
John Steinbeck, in una piccola introduzione al romanzo La Valle dell’Eden, racconta di suo figlio Pat che gli chiede una scatola per metterci dentro ‘tutto quel che capita’. Ecco qui riportata la risposta di Steinbeck.
“Ecco, questa è la scatola. C’è dentro quasi tutto quello che ho, eppure non è piena. Ci sono dentro dolore ed eccitazione, sentimenti buoni e cattivi e pensieri cattivi pensieri cattivi e pensieri buoni – il piacere di disegnare e un po’ di disperazione e l’indescrivibile gioia della creazione.”
Beh, c’è da chiedersi cos’altro avrebbe potuto aggiungere Steinbeck a questa scatola di 675 pagine, all’interno delle quali scorre un’avvincente trama ambientata nella valle del Salinas (in California) dove l’autore è nato, e che vede come tema principale il rapporto tra fratelli, in due diverse generazioni.
I personaggi sono tutti di umili origini.
Nella prima generazione, il rapporto tra fratelli riguarda i fratellastri Adam e Charles Trask. Il primo è il più forte ed atletico, dalle mille abilità, mentre Adam è quello più debole e sensibile.
Eppure, è proprio adam ad essere mandato nell’esercito, e ancora più sorprendente è la motivazione data dal padre Cyrus.
“Non sei in gamba. Non sai quello che vuoi. Non hai la dovuta fierezza. lasci che tutti ti pestino i piedi. Qualche volta penso che tu sia un moscio, e che non vali una cicca. Ti basta come risposta? Ma ti preferisco. È sempre stato così. Faccio male a dirtelo ma è la verità. Ti preferisco a Charles. Altrimenti perché mi sarei preso il disturbo di farti del male?”
Cyrus è un uomo rozzo, dalle maniere a dir poco brutali, ma in questo caso non solo dimostra di saper apprezzare Adam, ma anche di saper riconoscere i valori veri e propri di una persona.
Peraltro, Steinbeck deve essersi trovato d’accordo, poiché è Adam il protagonista della storia, e qualunque sia il personaggio con cui viene messo a confronto, di lui emergono sempre la sua sensibilità e la sua sincerità.
Egli è una di quelle persone da principio riservate ma in fondo provviste di parecchie qualità.
Ad esempio, sarà lui a prendersi cura dei suoi figli, dato che la moglie, Cathy Ames, donna dallo spirito malvagio, lo abbandona con i due neonati dopo avergli sparato ad una spalla.
Ed è qui che si presenta nuovamente il tema del rapporto tra fratelli, tra i gemelli Caleb e Aron Trask (che riprendono il dramma di Caino e Abele). Il primo appare più scontroso, il secondo più giudizioso e ligio al dovere.
Caleb in realtà si sente messo da parte dal fratello, e questo lo porta a sembrare il più ‘cattivo’ dei due.
Significativo è però il suo colloquio con il padre, in cui i due si confrontano e si scambiano le loro opinioni.
Adam alzò lentamente la testa. È vero che Cal non aveva mai guardato il padre negli occhi. Le iridi di Adam erano di un azzurro chiaro con linee scure a raggare che andavano a finire nei vortici delle pupille. Cal vide se stesso come se altri due Cal lo guardassero.
È la prima volta, in effetti, che Cal ha modo di parlare a qualcuno di ciò che prova; comunque, sia lui che Adam ne escono soddisfatti.
Oltre ai Trask, un’altra famiglia vive nella valle del Salinas, quella degli Hamilton, alla quale appartiene Steinbeck, che si presenta come un personaggio minore.
Grande rilevanza ha invece suo nonno, Samuel Hamilton, uomo di sangue irlandese e dall’indole buona e affabile, compagno di avventure di Adam.
Altro punto di forza del romanzo è sicuramente l’ambientazione e l’atmosfera che questa offre. Si nota infatti il piacere dell’autore i ricordare il passato e di fare ritorno alle origini, in questa valle sperduta, simile alle ambientazioni dei racconti del mondo pagano.