di Lucia Barsocchi
Ladri di biciclette e Miracolo a Milano sono due film memorabili. Al di là della trama, ciò che colpisce profondamente nel primo è il neorealismo che lo caratterizza. In questo film la maggior parte degli attori non sono professionisti, bensì sono persone ordinarie e normalissime e questo crea un impatto senza dubbio enorme sullo spettatore. Al giorno d’oggi in ogni film tutto ciò a cui assistiamo è completamente costruito e artificioso (forse anche fin troppo); al contrario in questi due film la realtà è distinguibile, la naturalezza di ogni scena è toccante. Anche i luoghi e le ambientazioni sono parti costitutive della materia drammatica che ci offre De Sica, sullo schermo la realtà riportata non è un’imitazione della stessa, ma è la verità, è autentica e amara.
Miracolo a Milano è diverso: la realtà non viene ritratta con così tanta drammaticità e intensità, viene invece descritta con molta più allegria e spensieratezza; è importante però tenere a mente che nonostante le vita di queste persone venga raccontata con ironia e tranquillità ciò non significhi che sia più ‘leggera’: non a caso il neorealismo prevale ancora, gli attori sono sempre persone comuni che hanno vissuto in quel reale contesto, i loro volti sono scolpiti dal loro vissuto ed esperienza.
In entrambi i film la povertà è molto evidente e sembra incombere sulla vita di tutti (o quasi); un tempo essa era accettata dalla gente, al giorno d’oggi il fatto di essere poveri è quasi considerato come un tabù. Avere difficoltà economiche adesso non viene “accettato” come un tempo: molto spesso pretendiamo infatti di poter avere più di quello che possiamo effettivamente permetterci, senza tenere conto dei nostri limiti e difficoltà. Questo ovviamente non implica che le persone con difficoltà economiche debbano arrangiarsi o vivere in miseria, anzi, tuttavia un tempo, le persone povere erano più consapevoli di esserlo e non si disperavano; conoscevano i loro limiti e facevano quello che potevano rispettando le loro possibilità. Adesso invece c’è come un bisogno continuo di non farsi mai mancare nulla, di avere sempre tutto e anche più di ciò che serve, mentre prima queste persone vivevano veramente con l’indispensabile. Niente di più. Sapevano di non avere la possibilità di permettersi tutto ciò che altre persone possedevano, ma non ne facevano di certo un dramma e non si lamentavano. Erano già grati e ringraziavano il cielo di avere un tetto sopra la testa. La motivazione alla base di questo cambiamento è in parte il fatto che oggi le persone hanno il costante bisogno dell’approvazione altrui e soprattutto del restare al passo con gli altri, con la massa. In conclusione, vale assolutamente la pena ritagliare un poco del proprio tempo per guardare questi due capolavori che sicuramente potranno arricchire il pubblico sotto diversi aspetti.