di Hu Giacomo Xin
Può sembrare strano come l’effetto di un tipico prodotto delle pasticcerie francesi possa sortire qualche cambiamento nel comportamento umano, ma questo libro riporta questo strano fenomeno e induce a una più profonda riflessione: se nelle persone si possono trovare elementi morali innati e costanti.
Questo è solo uno dei 19 rompicapi morali che vengono presentati dal filosofo moderno e direttore delle ricerche al CNRS (Centre national de la recherche scientifique) Ruwen Ogien (24 dicembre 1949-4 maggio 2017) nel suo saggio sulla morale.
Il brano è incentrato sulla moderna filosofia morale sperimentale e il suo scopo è dare al lettore un’introduzione generale all’etica, senza alcuna aspettativa di insegnare come vivere o indirizzare verso nessuna corrente filosofica antica o moderna. Viene presentato invece come una “cassetta degli attrezzi” per permettere ai lettori di districarsi nei dibattiti e nelle riflessioni morali.
Vengono quindi presentati i concetti di intuizione morale e di regole morali, principi su cui si baseranno i problemi morali successivi, ma che vengono spiegati più approfonditamente nella parte finale del libro sull’insieme dei componenti di quella che l’autore definisce “cucina morale”.
Viene riportata subito una domanda avanzata da alcuni intellettuali in tempi antecedenti, se questi problemi siano effettivamente utili per comprendere meglio la realtà, ma, come viene detto all’inizio del volume, la filosofia morale sperimentale mira a sapere se ci sono dei motivi per modificarla o no e, attraverso questi rompicapi, vuole individuare diverse concezioni filosofiche e comportamenti comuni. Infatti questo nuovo studio dell’etica si avvale delle ricerche di altre materie umanistiche e scientifiche come la psicologia e la statistica.
L’autore, in ogni capitolo dedicato alla presentazione di uno dei suddetti enigmi, espone il quesito affrontato e le possibili intuizioni morali che ognuno potrebbe avere. Solitamente le risposte dividono i lettori in due distinte zone di pensiero. Ricorrente la contrapposizione delle due linee principali di pensiero moderno: i deontologisti, che affermano l’esistenza di vincoli morali assoluti da non infrangere, e i consecuzionalisti, che ritengono si deva cercare di massimizzare il bene e minimizzare il male (entrambe le forme sono smentite nella loro forma più estrema), a cui si aggiunge sporadicamente l’etica della virtù, inspirata da Aristotele, che riporta l’attenzione verso l’individuo e sul riconoscimento di una perfezione personale sul piano morale. Nel dualismo che si viene a creare tra le correnti rappresentate da determinate risposte agli esperimenti morali, il filosofo riporta varie riflessioni ed esperimenti di altri suoi colleghi, racchiusi in una accurata e completa bibliografia (oltre a un vasto repertorio di note e un ordinato glossario), con la quale si possono trovare i brani specifici per chi è interessato. Attraverso le opinioni vengono studiati i diversi motivi per cui una persona è spinta a fare una determinata scelta morale e la maggior parte dei dibattiti presenti nel libro si basano sulla matrice per la quale si effettui una determinata azione. Ad esempio nell’ultimo rompicapo morale viene formulata la domanda se è più difficile essere un mostro o un santo. Anche se si avvale di diversi esperimenti in campo psicologico (la cabina telefonica, il buon samaritano e l’esperimento di Stanley Milgram), da essi deriva un dubbio di tipo morale: se la tendenza a fare del bene sia influenzata puramente dalla situazione o sia in parte innata.
Si può intravedere varie volte la posizione dell’autore in merito agli argomenti proposti, ma è generalmente apprezzabile come lo scrittore presenti le tesi di tutti i maggiori esponenti dei differenti modi di concepire l’etica e includa una riflessione propria. Quest’ultima non è adoperata per indurci a seguire la sua linea di pensiero, ma più che altro invita il lettore a un’accurata riflessione sull’argomento, mostrando gran parte delle possibilità, in modo che si possa creare una riflessione propria e non indotta.
Questo fenomeno viene favorito dalla scelta dell’autore di scrivere il libro rivolgendosi direttamente al lettore, facendo provare la sensazione di poter discutere veramente con chi ha scritto il testo ed essere immersi nei vari problemi che i filosofi della morale affrontano, utilizzando anche delle domande dirette a cui non c’è risposta unanime, alle quali viene data una riflessione personale, ma stimolando chi legge a rispondere alla domanda personalmente e in modo incondizionato.
Nella seconda parte del libro vengono approfonditi i concetti di intuizione morale (le risposte che sono date di fronte ai quesiti etici) e delle regole morali (artifici usati dai filosofi per elaborare gli esperimenti mentali). Le regole morali fondamentali che l’autore dà sono: da ciò che è non si può ricavare ciò che deve essere, devi, dunque poi, bisogna trattare i casi simili in modo simile e è inutile obbligare le persone a fare ciò che farebbero necessariamente per conto proprio; è inutile vietare alle persone di fare ciò che si rifiuterebbero di fare. L’autore prende una posizione favorevole all’uso di quest’ultime per la formazione di quesiti etici in contrasto con chi argomenta che le regole morali siano inutili e gli esperimenti mentali futili, poiché troppo lontani dalla realtà.
Dimostrando la loro utilità nella filosofia morale pur ammettendo che esse siano contraddittorie tra di loro o, se spinte ai massimi livelli, immorali. Mentre per le intuizioni morali e le loro giustificazioni si crea un problema in campo psicologico, infatti c’è un grande dibattito tra chi considera le intuizioni frutto delle reazioni emotive irrazionali di una persona e chi ritiene che sia frutto di meccanismi del nostro cervello che seguono le regole base della logica.
L’autore in generale si districa abilmente tra i vari problemi e dibattiti, apparentemente complicati per chi non è solito affrontare temi di questo genere, ma grazie alle nozioni del saggio si può comprendere in modo più approfondito come i filosofi elaborino le proprie teorie su un certo tipo di sperimentazione.
In conclusione l’autore ribadisce di non voler fondare la morale e invita anche il lettore a non farlo; prendendo una posizione di tipo pluralista, cioè ammettendo diverse correnti filosofiche in campo morale anche contrarie tra di loro, spiega come la filosofia morale sperimentale venga usata per constatare e modificare tutte le dottrine morali e dimostrando quindi come non ce ne sia una giusta per ognuno di noi.
Il libro si presenta quindi come un’introduzione generale ma stimolante della morale e dell’etica e di come queste vengano affrontate dai filosofi moderni. Infatti viene presentato un panorama filosofico moderno molto ricco e variegato con cui confrontarsi. Il lettore viene buttato in mezzo alla mischia tra le diverse correnti filosofiche e viene guidato da Ruwen Ogien in questa calca, aiutandolo a individuare gli elementi fondamentali utili per comprendere al meglio la disputa e magari spingendo un giorno a parteciparvi.
R. Ogien, Del profumo dei croissant caldi e delle sue conseguenze sulla bontà umana, trad. it. Laterza Editore.