di Margherita Azzi
Brividi, pianti, sorrisi, unione, forza, felicità, fratellanza, senso di appartenenza, farfalle nello stomaco ed altre mille emozioni che non vi posso spiegare. Sono le tre di notte di sabato sera ma non posso aspettare, ho bisogno di scrivere. Sono tornata a casa da venti minuti e mi sento una sardina di Firenze. Di tutto il mondo. Ora sono qua, scombussolata, da mille emozioni diverse, e con un po’ di amaro in bocca, per il ritorno istantaneo alla realtà, alla mia cameretta, per la fine della giornata con l’unico desiderio di ricominciarla. Perché è stata ossigeno. Perché dopo tanto tanto tempo mi sono sentiva viva e per una serata quel senso di solitudine se ne è andato via. Perché fino a qualche ora prima ero immersa in un mare di libertà e speranza e ho intravisto per uno sfuggente attimo un futuro. Noi, tutti noi. Migliaia di persone che si erano radunate in piazza della Repubblica per esserci, senza violenza, senza urli, ma con amore, con fratellanza, desiderosi di una politica e di un futuro diversi.