Lamine Yamal, storia di un campione

 

di Michele Puccini

-Corri Yamal! Corri!-                                                                                                                                  Queste sono le ultime parole che gli ho sentito dire.

E dopo?  – E dopo non li ho più visti.-

-Ti mancano tanto?-  -Sì.-

Con quella fredda risposta il giovane marocchino si eclissò nei suoi pensieri: era sempre nella stanza ma con la testa con loro chissà dove. Moltissimi vorrebbero essere nei panni di Lamine Yamal, il giovane talento del Barcellona: approdato alla Masia a soli nove anni e da lì in poi non ha più lasciato la società catalana se non per qualche istante, con la mente, quando i colori del tramonto che vedeva dalla finestra di camera sua gli ricordavano le calde sere estive in Marocco. Record di dribbling, record di precocità e già convocato dalla Nazionale Spagnola che non si è voluta far scappare il giovane talento, già accostato a Messi, l’icona dei Catalani, e che già a soli 16 aveva un ingaggio da milioni da euro ma che, per le magie e le prodezze dimostrate in campo durante questi due anni, raddoppierà a inizio settembre 2025. Leggi tutto “Lamine Yamal, storia di un campione”

È possibile costruire la pace?

 

di Michele Puccini

Il concetto di guerra è forzatamente radicato nel mondo animale, e con esso anche nell’uomo. Fin dai propri albori la vita si è presentata come una lotta, quindi una guerra tra le varie specie, per la sopravvivenza, dove non per forza vince, e quindi prospera, l’animale più grande o più forte ma quello che riesce ad adattarsi meglio all’ambiente che lo circonda, esattamente come diceva Darwin. Questa necessità di adattarsi, filosoficamente parlando, si può notare, nel caso dell’uomo, con lo sviluppo delle nostre abilità e capacità cognitive, che a mano a mano che ci siamo evoluti, si sono rivelate sempre più determinanti e hanno sostituito la forza fisica nel poter prendere le decisioni e nello stabilire chi doveva guidare le strutture sociali. Nel carteggio tra Einstein e Freud, pubblicato su espressa richiesta della Società delle Nazioni nel 1933, i due noti intellettuali discutono profondamente del tema e se da un lato il noto fisico tedesco propone un’analisi storica, scientifica, tecnica e giuridica degli eventi dall’altro il noto psicanalista austriaco non si limita soltanto ad analizzare alcune sue interessanti osservazioni ma anche a proporre un’analisi più intima, quasi viscerale, degli aspetti che portano l’uomo alla violenza. Leggi tutto “È possibile costruire la pace?”

La storia della donna

 

di Michele Puccini

Nel corso della storia il ruolo della donna ha vissuto sempre momenti contrastanti tra loro che vanno a contraddirsi con le loro caratteristiche: se nel mondo moderno, almeno sulla carta, ha acquistato diritti, nei fatti spesso non è così e vi sono molte aree del mondo dove è rilegata ad avere una figura o un ruolo marginale. Se nella preistoria la società era di tipo matriarcale, come possiamo verificare anche dalle Veneri, dai graffiti e dai resti che ci sono giunti, con il tempo la sua figura è stata sminuita all’interno delle società antiche: gli stessi filosofi greci, come Pitagora, Platone ed Euripide, spesso ritenuti simboli di saggezza e democrazia e studiati tutt’oggi, la ritenevano ignorante, difettosa, inferiore, incompleta e sottomessa prima all’autorità del padre poi a quella del marito in quanto considerata priva di volontà e pensiero proprio. La Grecia Antica ha influenzato profondamente gli usi e i costumi Romani e da qui anche la cultura romano-barbarica dell’Alto e poi quella del Basso Medioevo; infatti, anche in quest’ultimo periodo assume duplice aspetto: se da un lato viene vista come un angelo che eleva l’uomo a livello spirituale e lo conduce a Dio, dall’altro viene vista come una figura negativa e maligna, associata poi alle streghe, la cui caccia partirà proprio in questo momento epoca. Leggi tutto “La storia della donna”

L’arte della guerra nello spirito della storia per Hegel

 

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di Michele Puccini

Luglio 1937, in piena esposizione universale di Parigi, alla vigilia dello scoppio della Seconda guerra mondiale c’è chi, nonostante i regimi totalitari stiano provando i loro eserciti su vari “banchi di prova”, come la Spagna, al fine di aiutare la nascita di  formazioni politiche filo-fasciste, non si fa bloccare da come la situazione sta tragicamente evolvendo verso lo scoppio del conflitto vero e proprio. L’arte in tutte le sue forme, essendo di per sé movimento o rappresentazione di movimento, non può mai stare ferma o essere fermata, come neppure il genio o lo spirito, quest’ultimo in continua progressione verso la storia, proprio come direbbe Eraclito o un “erede” della sua saggezza, un grande filosofo tedesco. Tra questi geni spicca Pablo Picasso.
Picasso nacque a Malaga nel 1881 ed è stato uno dei più grandi, se non il più grande artista del XX secolo. Il pittore, riduttiva come etichetta per un artista totale come lui, un vero e proprio “hombre vertical” per utilizzare l’epiteto con cui in Spagna vengono definiti personaggi del suo calibro, presenta, a inizio lavori dell’expo nel maggio dello stesso anno, l’opera per cui forse è maggiormente conosciuto in tutto il mondo, il Guernica. L’imponente raffigurazione è stata prodotta nel giro di poco meno di due mesi, un qualcosa di impressionante per una tela di quelle dimensioni, ricca di dettagli e particolarità. Ma ciò che ci interessa a noi non è tanto il quadro quanto più il suo pubblico. Gli storici del tempo affermano che durante il periodo concitato una donna dell’alta borghesia spagnola, dall’aspetto distinto e quasi dorico da tanto che non lasciava trasparire alcuna emozione osservando il dettaglio posto in basso a destra del quadro scoppia in un pianto forte e disperato, l’opera l’ha avvolta e si sente coinvolta, protagonista della scena, del dettaglio, che a primo impatto fra le forme e i colori del quadro può sfuggire ma che a un’anima dolce e sensibile non può scappare: quella della madre che piange il figlio morto. Leggi tutto “L’arte della guerra nello spirito della storia per Hegel”